Le autorità iraniane hanno deciso di processare gli otto militari britannici arrestati al confine con l'Iraq, nelle acque dello Shatt al Arab. Lo ha riferito la radio di Stato iraniana in lingua araba, Al Alam. L'Iran afferma che i militari britannici sono stati arrestati, e le tre imbarcazioni su cui si trovavano sequestrate, perché erano entrati nelle acque territoriali iraniane.
Abbiamo avuto la notizia del processo da una fonte attendibile della marina militare", ha detto un giornalista dell'emittente. Nessuna notizia si ha tuttavia su quando e dove si svolgerà il processo, né sulle accuse mosse agli otto britannici.
La Gran Bretagna ha intanto chiesto chiarimenti a Teheran. "Vogliamo che gli iraniani spieghino esattamente che cosa intendono con questo", ha riferito un portavoce del Foreign Office britannico. ""Devono dare risposte alle nostre domande e stiamo spingendo per ottenerle".
Secondo le fonti di stampa che hanno dato la notizia dell'imminente processo, i marinai arrestati hanno gia' "confessato" di esser sconfinati: "Erano circa 1.000 metri all'interno delle acque territoriali iraniane". Mentre l'ambasciata britannica sta cercando di entrare in contatto con i militari, stamane l'incidente è stato oggetto di un colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri, Jack Straw, e il suo omologo iraniano, Kamal Kharrazi.
Il caso rischia di invelenire oltre ogni modo le relazioni già difficili tra Iran e Gran Bretagna e tra Iran e il resto dell'Occidente. Le relazioni di Teheran con le diplomazie europee e statunitense sono già molto tese se si pensa alla difficile questione delle ispezioni nucleari dell'Aiea (l'Agenzia internazionale dell'energia atomica) in Iran.
Recentemente gli Stati Uniti hanno denunciato alcune irregolarità iraniane nelle ispezioni. Ritardi, informazioni sbagliate e soprattutto il sospetto che le autorità iraniane abbiano fatto sparire pochi giorni prima della visita degli ispettori internazionali interi impianti per la produzione di armi nucleari, funzionanti fino a poche ore prima.