"Adesso saranno i giudici che dovranno valutare le perizie. Sì è vero ci sono delle novità. Sono aumentate le possibilità che aveva di sporcarsi le scarpe. Comunque saranno i giudici a valutare". Lo ha detto Rita Poggi, la mamma di Chiara, la giovane assassinata il 13 agosto 2007 a Garlasco, prima di entrare nel palazzo di giustizia di Milano per il processo di appello bis, a carico di Alberto Stasi.
Nell'udienza si tratteranno le perizie, quella di tipo genetico e quella sulla cosiddetta camminata di Alberto, affidate dalla prima Corte d'assise d'appello a quattro esperti nominati ad aprile, con la riapertura del caso, e che oggi cominceranno ad illustrare i risultati del loro lavoro.
In aula, oltre ai genitori di Chiara e i loro legali, gli avvocati Gianluigi Tizzoni e Francesco Compagna, ci sono Stasi con i suoi difensori e ovviamente il procuratore generale. Presenti anche i consulenti delle parti. Oltre all'esame delle perizie, si prevede il deposito di una serie di memorie da parte degli avvocati di Alberto e dei Poggi.
La perizia sul Dna di Stasi trovato nelle unghie di Chiara - Il professor Francesco De Stefano, ordinario del dipartimento di Scienza e Salute dell' Università di Genova, illustrerà davanti alla Corte, presieduta da Barbara Bellerio, l'esito degli esami sul bulbo del capello corto castano trovato nel palmo della mano sinistra di Chiara (a causa dello scarso materiale a diposizione non è stato possibile avere informazioni) e sulle tracce di dna maschile individuate su alcuni frammenti di unghie della ragazza. Analisi, queste ultime, che, anche se hanno portato a evidenziare solo 5 marcatori tutti compatibili con quelli di Stasi, non sono stati considerati sufficientemente attendibili.
La perizia sulla "camminata" di Stasi - L'altra perizia che dovrà essere illustrata è quella sulla cosiddetta "camminata" di Stasi. Roberto Testi, responsabile dell'unità di medicina legale dell'Asl 2 di Torino, Gabriele Bitelli e Luca Vittuari, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Bologna, dopo 1 milione e 350mila simulazioni, hanno stabilito come fosse "pressoché impossibile che l'imputato abbia potuto evitare di calpestare delle macchie di sangue", quando, poche ore dopo il delitto entrò nella villetta di via Pascoli e scoprì il corpo senza vita di Chiara riverso lungo le scale che conducono al piano semi-interrato". Inoltre per i tre periti è impossibile che sulle suole delle scarpe indossate quella mattina da Stasi, e da lui consegnate agli investigatori il giorno dopo, non sia rimasto del sangue, così come è mpossibile che non sia stata trasferita alcuna traccia ematica sui tappetini della sua Golf, l'auto su cui salì per andare dai carabinieri a dare l'allarme.
Il processo salvo imprevisti e colpi di scena dovrebbe arrivare a sentenza entro Natale.