La presidente uscente, Dilma Rousseff, e il conservatore Aecio Neves si sfideranno il 26 ottobre nel secondo turno delle presidenziali in Brasile. Lo ha annunciato il tribunale elettorale. Roussef ha ottenuto 41,5% dei voti, ben al di sotto del 50% più uno necessario per scongiurare il ballottaggio. Neves ha raccolto il 31,5%. Terza ed esclusa dal secondo turno l'ambientalista Marina Silva. Forte del suo 21,3%, però, sarà l'ago della bilancia.
Il risultato di Marina Silva è bel al di sotto delle aspettative. Reduce da un fulminante quanto effimero exploit che per qualche settimana l'aveva vista addirittura favorita nel duello contro Rousseff, Marina è stata raggiunta e sorpassata a sorpresa negli ultimi giorni da Neves, esponente del Partito socialdemocratico (Psdb, conservatore), storico rivale del Partito dei lavoratori (Pt) della "presidenta" Dilma.
Rousseff: "Grazie a Lula" - "Voglio rivolgere un ringraziamento speciale al leader del nostro partito, il compagno Lula, senza il quale non sarei qui dove sono". Lo ha detto la presidente brasiliana, Dilma Rousseff, parlando dopo la vittoria al primo turno delle presidenziali brasiliane. Una vittoria, a onor del vero, non particolarmente brillante: in questi quattro anni, la Rousseff ha infatti perso quattro milioni di voti.
Marina: "Decideremo con chi stare" - Esclusa dal secondo turno, la leader degli ambientalisti, Marina Silva, ringrazia il suo elettorato: "Ringrazio gli elettori e dico loro che faremo una riunione prima del secondo turno per decidere la nostra posizione".
Ci vorranno comunque altre tre settimane per sapere chi guiderà il gigante sudamericano, che cerca una nuova spinta per riemergere da un quadriennio di forte decelerazione economica. Nel Paese grande 27 volte l'Italia, dove il voto è obbligatorio, hanno votato oltre 142 milioni di aventi diritto. Lunghe file si sono formate sin dal mattino davanti a parecchi seggi, anche a causa di alcuni problemi registrati - in particolare a Brasilia - nel sistema di riconoscimento biometrico utilizzato per la votazione elettronica.
Molti anche gli arresti per reati elettorali: il Superiore tribunale elettorale (Tse) ne ha contabilizzati un'ottantina solo tra i candidati alle elezioni generali (oltre al presidente della Repubblica andavano scelti anche i nuovi governatori, deputati nazionali, federali e un terzo dei senatori).
Tra i crimini più comuni commessi quello di "propaganda politica", vietata durante la giornata elettorale. Lo Stato di Rio de Janeiro è risultato al primo posto per numero di infrazioni.