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Usa, dopo gli scandali sulla sicurezza della Casa Bianca si dimette capo Secret Service

Joseph Clancy, l'ex agente speciale in carico della divisione per Protezione Presidenziale, sarà direttore ad interim

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Dopo i ripetuti scandali sulla sicurezza della Casa Bianca, si è dimesso il capo del Secret Service, Julia Pierson. "Julia Pierson ha offerto le due dimissioni e io le ho accettate", ha fatto sapere il segretario alla Sicurezza Nazionale, Jeh Johnson. Joseph Clancy, l'ex agente speciale in carico della divisione per Protezione Presidenziale, sarà direttore ad interim.

"Le mie dimissioni sono nel miglior interesse del Secret Service", ha detto la Pierson, confermando le sue dimissioni. "E' doloroso lasciare ma è chiaro che il Congresso ha perso fiducia in me. Le dimissioni erano la cosa più nobile da fare".

Gli scandali sulla sicurezza - Le dimissioni della Pierson, nominata da Barack Obama alla guida del Secret Service nel marzo del 2013 e prima donna a ricoprire tale incarico, seguono di un giorno l'ennesima rivelazione shock, ovvero che il 16 settembre, gli agenti dell'agenzia hanno inconsapevolmente consentito che un pregiudicato, armato di pistola, entrasse in un ascensore con Barack Obama, nel corso di una visita ad Atlanta.

E gli agenti al seguito del presidente si sono accorti solo per caso dell'intruso, che era un contractor della sicurezza impiegato dal Centro per il controllo e prevenzione delle malattie, nella cui sede Obama quel giorno era in visita per essere aggiornato sul contrasto al virus dell'Ebola. L'uomo si comportava in maniera strana, continuava a filmare il presidente con il suo telefonino, nonostante gli fosse stato ordinato di smetterla. Così, quando Obama è uscito dall'ascensore, gli agenti del Secret Service lo hanno fermato e interrogato, e facendo un semplice controllo sul loro database hanno scoperto che aveva avuto ben tre condanne per aggressione e percosse.

Appena tre giorni fa si era inoltre appreso che il 19 settembre un intruso armato di coltello era arrivato ben oltre l'ingresso della Casa Bianca, come aveva riferito quel giorno il Secret Service, cosa comunque gravissima. In realtà, l'uomo, un veterano della guerra in Iraq, era arrivato fin nel cuore della residenza presidenziale, ed era stato infine fermato da un agente, peraltro fuori servizio.

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