Karl Lagerfeld torna a provocare: oggi per la sua sfilata Chanel ha inscenato al Grand Palais una marcia "femminista", quasi autentica se non fosse che a fare da porta bandiera alle istanze del corteo era Gisèle Bundchen. Insieme a Cara Delevinge, le altre indossatrici gridavano nei megafoni slogan come "Femministe e femminili", portando gli abiti della nuova collezione primaverile Chanel. Abbandonata la innaturale falcata da défilé, le modelle passeggiavano a gruppi inneggiando e agitando cartelli con scritte come "La giornata della donna è ogni giorno", "Divorzio per tutti" e "Libertà".
Il set della sfilata è stato tanto curato da impressionare il regista de Il Grande Gatsby, Baz Luhrmann, che ha commentato: "Lagerfeld trasforma tutto in grandi opere, questo sembra un vero set". All'interno del Grand Palais l'eccentrico stilista/fotografo/regista tedesco ha ricreato una strada di Parigi, con palazzi alti 25 metri e una perfetta prospettiva tridimensionale. All'interno di questo quadro, una vaga atmosfera anni '60 evoca il ricordo delle manifestazioni vere.
Questa trasposizione teatrale del femminismo desterà parecchie perplessità. Ma Lagerfeld non è certo nuovo alle provocazioni, che anzi contraddistinguono il suo nome. Recentemente aveva scatenato molte polemiche dicendo "è molto brava, peccato che sia grassa" riferendosi alla cantante Adèle.