Il capo del governo di Hong Kong Chun-ying Leung ha chiesto la "fine immediata" delle manifestazioni in corso aggiungendo che alcuni servizi essenziali" hanno avuto difficoltà a causa del blocco delle principali arterie messo in atto dai manifestanti. Leung ha detto che non si dimetterà, come chiesto dalla piazza, ma nemmeno che farà intervenire l'esercito di Pechino per sedare le proteste.
"I leader della protesta avevano promesso che avrebbero messo fine al movimento se fosse diventato violento", ha sottolineato. Leung ha respinto l'invito a dimettersi che gli è stato rivolto dai gruppi democratici del territorio. Le dimissioni di Leung sono diventate la richiesta principale delle decine di migliaia di giovani che stanno protestando nelle strade dopo il brutale intervento della polizia di domenica notte, che ha provocato il ferimento di decine di persone.
Leung ha aggiunto che il governo di Pechino - che ha l'ultima parola sul destino di Hong Kong - non cambierà idee per le manifestazioni. Il capo del governo - chiamato "chief executive" nel lessico politico del territorio - ha anche escluso un intervento contro i manifestanti dell'Esercito di liberazione popolare (Pla) cinese. "Ho piena fiducia nelle nostre forze di polizia", ha affermato.
Cina a Obama: "Non interferisca" - E mentre l'opinione pubblica americana comincia a premere su Obama affinché intervenga, Pechino gioca d'anticipo e avverte: "Gli Stati Uniti non si intromettano". Il ministero degli Esteri cinesi ha avvertito Washington e altre nazioni di non immischiarsi negli affari di Hong Kong perché le proteste sono una questione interna.
Intanto la preoccupazione principale delle autorità di Pechino è quella che la protesta possa dilagare nel resto del Paese. Per questo la censura è entrata pesantemente in azione, soprattutto sul web e sui social media, come Twitter e Facebook. E anche Instagram è stata bloccata, per impedire ai manifestanti di diffondere le immagini degli scontri e, come scrive qualcuno, il "contagio" e il "virus della democrazia".