cronaca

Corde e seghetti a detenuti: presa

Ivrea,in manette insegnante e 2 guardie

Con l'accusa di aver introdotto nel carcere di Ivrea seghetti, corde e moschettoni per favore l'evasione di alcuni detenuti, è finita in manette un'insegnante del penitenziario di Ivrea. Nella stessa operazione, condotta dalla polizia penitenziaria, sono state arrestate due guardie che vendevano ai detenuti droga, sim card e carte prepagate per Internet. Gli arresti, frutto di parecchi mesi di indagine, sono stati effettuati tra venerdì e sabato.

L'insegnante coinvolta è Paola Bonis, 52enne torinese di Andrate, dipendente del "Centro territoriale permanente" di Ivrea. Gli agenti sono Natale Scandamarro, 32 anni, originario di Trani (Bari), ma domiciliato nel carcere di Ivrea, e Francesco Guglielmino, 31 anni, di Noto (Siracusa), dove era attualmente in licenza e dove è stato arrestato. L'accusa nei confronti della professoressa è di corruzione, mentre le due guardie devono rispondere anche di spaccio di droga e violazione di segreti d'ufficio. Tutti e tre gli arrestati avrebbero ricevuto denaro (piccole somme, secondo gli investigatori) in cambio del materiale fornito ai detenuti, ma il sospetto degli inquirenti è che l'insegnante abbia agito anche per motivi sentimentali.

Le indagini erano scattate un anno fa, quando nel corso di una perquisizione nelle celle della sezione "collaboranti" gli agenti scoprirono telefonini, card per cellulari e internet, seghetti, pezzi di corda e moschettoni. La magistratura, quindi, incaricò la polizia penitenziaria di effettuare pedinamenti, controlli e intercettazioni telefoniche per identificare chi avesse fornito il materiale, che secondo gli investigatori doveva servire per consentire l'evasione a più di un carcerato; un piano, però, che era ancora nella fase di studio.