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Test di Medicina: ricorsisti ammessi, ma non troppo

Fa scalpore la nota inviata il 22 settembre dal Miur alle università: gli ammessi a Medicina grazie alla sentenza del Tar del Lazio non potranno iscriversi all’ateneo preferito. Entreranno invece nell’università dove lo scarto tra il punteggio acquisito e il punteggio del primo classificato risulterà minimo

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Hanno vinto il ricorso al Tar e saranno riammessi a Medicina: sono 2500 gli aspiranti medici pensavano di avere, così, risolto tutti i loro problemi dopo la prima delusione dell'esclusione a Medicina al primo tentativo. Tuttavia, come riportato da Skuola.net, una nota del Miur inviata gli scorsi giorni a tutte le università stabilisce dei limiti: potranno seguire i corsi, ma dovranno farlo nell'università dove lo scarto tra il punteggio ottenuto e quello del primo classificato è numericamente inferiore. Prima scelta, addio.

LA NOTA MINISTERIALE - I candidati, durante il test di aprile potevano indicare tre opzioni per gli atenei dove seguire i corsi di Medicina. Tuttavia, con la nota ministeriale che tiene conto della sentenza del Tar ma che fa leva sulla "carenza di qualsivoglia indicazione del tribunale in ordine alle modalità di esecuzione dei provvedimenti cautelari", i ricorsisti riammessi dovranno presumibilmente dire addio alla prima scelta, se in questa università il primo in graduatoria presenta un punteggio troppo alto rispetto al proprio.

LA BEFFA -
Grazie a questa nuova condizione, saranno avvantaggiati coloro che hanno indicato una sola scelta anziché tre opzioni. Per forza di cose, sarà proprio l'unica università indicata quella in cui dovranno immatricolarsi.

GLI STUDENTI IN PROTESTA - Michele Bonetti e Gianluca Scuccimarra, legale e coordinatore nazionale dell'Udu, che si fin dall'inizio ha promosso l'iniziativa dei ricorsi al Tar, sono già sul piede di guerra e minacciano di ricorrere nuovamente alle vie legali: "Riteniamo illegittimo il provvedimento perché le ordinanze del Tar sono più che chiare e stabiliscono le immatricolazioni dei candidati nelle sedi presentate in ricorso e poi perché il ministero, pur aprendosi alle immissioni in sovrannumero, non può intervenire su provvedimenti già in essere”. In più, si apre la problematica dell'ammissione in sovrannumero in università già strabordanti di studenti: “L'Unione universitari ha conteggiato sulla base dei punteggi minimi dei candidati, cui è stato riconosciuto il ricorso, un'eccedenza per alcune strutture universitarie, come quella di Sassari rispetto agli atenei del Nord Italia, che saranno prese d'assalto senza avere la capacità strutturale di far fronte a un numero maggiore d'immatricolazioni".

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