politica

Jannuzzi: io,in carcere per Tortora

"Pago la campagna scatenata a Napoli"

"Se vado in galera, ci vado per la campagna che scatenai sul processo Tortora". Lo spiega il giornalista Lino Jannuzzi, rientrato in Italia con una condanna passata in giudicato. "Per la campagna che scatenai dalle colonne di Reporter, da Radio Radicale e dal Giornale di Napoli - continua - Da allora una maledizione pesa sull'amministrazione della giustizia a Napoli, dalla vergogna incancellabile della condanna a Tortora, fino alla cacciata di Cordova"

"Non c'e' una spiegazione razionale a quanto succede a Napoli nell'amministrazione della giustizia. Non è più una questione di "toghe rosse", di complotti, di orientamenti ideologici, di obiettivi politici, di giustizialismo e nemmeno di tentativi di soffocamento della liberta' di stampa. E' qualcosa di più profondo, di inesorabile, di irrimediabile. La macchina della giustizia è allo sbando, nessuno riesce più a governarla, il procuratore capo cacciato e i suoi sostituti in rivolta, il procuratore generale denunciato da un magistrato della sua città, il tribunale di sorveglianza in balia degli arbitrii e del delirio di potenza del suo presidente, il Csm sordo e distratto, il ministro impotente. Se questa - conclude Jannuzzi il suo intervento su Il Giornale - non è una maledizione, quella maledizione, una bomba scoppiò nel petto di Enzo Tortora"