E' stato inaugurato a Milano, il 18 settembre, il Fabrique, nuovo spazio polifunzionale pensato per ospitare musica, concerti, dj set ed eventi mondani, con una capienza che può arrivare fino a 3mila persone. Un'idea dell'imprenditore milanese Daniele Orlando, già direttore artistico e proprietario di locali storici come il Rolling Stone e i Magazzini Generali. "Era un posto che in città mancava" dice Orlando a Tgcom24.
C'è chi in tempo di crisi si ferma e sta a guardare e chi pensa invece che sia il momento giusto per mettere in campo idee ed energie, cercando di sbloccare la situazione. Orlando ha fatto questo, creando uno spazio che a Milano mancava, sia per flessibilità a livello di utilizzo sia per capienza, capace di ospitare concerti medio piccoli da 800/1000 persone fino ad arrivare alle quasi 3mila della capienza massima, ovvero la location più ampia prima del palazzetto del Forum di Assago.
Sorto in zona Mecenate, alla periferia est della città, il Fabrique ha già in programma molti concerti (da Anastacia a Billy Idol, passando per Kaiser Chiefs, Mastodon e Interpol), ma anche dj set con personaggi di punta della scena techno e appuntamenti fissi, come quello del sabato sera dedicato alla dance da classifica. A dispetto dei soli 39 anni, per Orlando questa è già la terza avventura nel panorama dell'entertainment milanese, dopo la direzione artistica dell'ormai scomparso Rolling Stone, e la proprietà e gestione dei Magazzini Generali. "Questi ultimi li ho da otto anni - spiega - e ormai i numeri degli eventi per dj set internazionali erano diventati sempre più importanti, costringendomi a spostarmi di location per creare eventi che ospitassero 3mila persone. E a Milano spazi così non ce ne sono".
Da qui l'idea di creare uno spazio nuovo?
Avevamo l'esigenza di avere un'attività che potesse avere una licenza adeguata senza dovere andare ogni volta in Comune a chiedere permessi per location che non hanno l'agibilità. Nel momento in cui, da due o tre l'anno questi eventi sono diventati una decina, ho iniziato a pensare che l'economia per fare qualcosa di continuativo potesse esserci.
C'è stato subito interesse per il progetto?
La fortuna di avere vicino dei promoter importanti è stata fondamentale. Significa avere la possibilità di ospitare eventi dal vivo che possono richiamare un grande pubblico. I concerti in città sono tanti e spesso sono eventi da 800/1000 persone solo perché non esistono spazi più grandi che li possano ospitare. Prima c'era il Palasharp ma da quanto è venuto a mancare si è creato un vuoto.
E poi c'è in arrivo l'Expo...
Esatto. Ancora non abbiamo bene capito cosa accadrà ma un po' di fermento si inizia a sentire, sia da parte delle agenzie di organizzazione di eventi sia da parte delle aziende stesse. A Milano si organizza un gran numero di eventi ma alla fine le location sono quasi sempre le stesse. Credo che un posto nuovo, tecnicamente all'avanguardia, dovrebbe riscuotere interesse.
Qual è il segreto per far funzionare un locale di questo tipo in una città come Milano?
Se c'è una cosa che ho imparato dalle mie esperienze passate, è che una location, per poter funzionare a 360 gradi, non deve essere troppo caratterizzata da un solo tipo di musica. Il Rolling Stone per esempio era un marchio importante e riconosciuto ma era il tempio del rock e così, già agli inizi degli anni 2000, era difficile farlo passare per altri mondi. I Magazzini Generali invece sono il tempio dell'elettronica. Quindi dopo rock ed elettronica ho cercato di trovare una strada che potesse soddisfare tutti.
E' nata prima l'idea di avere un posto nuovo o questa è scaturita dalla disponibilità del luogo?
In realtà è stata una concomitanza di cose. Credo molto nella zona in cui sorge il Fabrique: è poco abitata, quindi non diamo fastidio, è in forte espansione perché dovrebbe arrivarci la nuova città della moda, e ci sono ampi parcheggi ed è servita molto bene da un punto di vista viabilistico. Tanto che negli ultimi tempi avevamo organizzato molti eventi nelle vicinanze. Poi si è reso disponibile l'affitto di quello che una volta era il magazzino della Venus, un grande distributore di dischi, e con lo studio di architettura Beretta abbiamo pensato fosse l'occasione giusta per fare qualcosa di bello e importante.
E' stata una piccola follia gettarsi in un'impresa come questa in un momento di crisi economica?
Meno di quanto si potrebbe pensare. Sento una grande energia, vedo una grande attenzione, anche da parte di sponsor importanti. Tutto è fermo perché l'economia non gira, ma ho voluto fare da rompighiaccio e se tutto va come dovrebbe, in un momento in cui tutto è statico, questa cosa può fare la differenza.