Danze proibite

Iran: ballano Happy per strada, condannati 6 giovani a Teheran

Sei ragazzi hanno diffuso un video sulla rete nel quale cantavano il tormentone di Pharrell. Comminati 6 mesi di carcere e 91 frustate

Sei giovani sono stati condannati in Iran a scontare sei mesi di carcere e 91 frustate. Il gruppo, tre ragazzi e tre ragazze senza velo, era stato arrestato a maggio per aver diffuso in rete un video nel quale ballavano e cantavano la canzone Happy di Pharrell William per le strade di Teheran. Il legale dei giovani, Farshid Rofugaran, ha raccontato la storia al sito Iran Wire, aggiungendo che la pena è stata sospesa.

L'arresto - I sei ragazzi, durante l'incarcerazione, sono stati costretti a confessare le loro colpe in diretta Tv, dichiarando il loro pentimento per aver "offeso la morale pubblica", aver compiuto "oscenità" e intrattenuto "relazioni illecite" con balli promiscui.

Da una versione sottotitolata del video, trasmessa da una televisione iraniana, si è venuto a sapere che i sei arrestati sono "attori" che stavano cantando Happy per un'audizione.

"Mi hanno ingannato - ha dichiarato uno dei giovani - mi avevano detto che stavano girando un film e che avevano il permesso necessario".

Pena sospesa - L'avvocato dei condannati, Farshid Rofugaran, ha rivelato che la pena è stata sospesa.

Significa che non sarà eseguita e che andrà in prescrizione nel giro di tre anni, a meno che in questo periodo non vengano commessi reati analoghi.

"Tuttavia - ha aggiunto l'avvocato - finché non riceverò notifica ufficiale della sentenza, non potrò essere sicuro al 100% della situazione dei miei clienti".

Il "Gruppo Happy", i sei ragazzi più il il regista del video, che è stato condannato a 12 mesi di carcere e 91 frustate, è stato scarcerato su cauzione. E ora potrebbe ricorrere in appello contro la sentenza.

Le reazioni - Il cantante Pharrell Williams ha protestato sulla sua pagina Facebook contro l'arresto dei giovani: "E' triste vedere questi ragazzi arrestati per aver cercato di diffondere la felicità".

Sulla stessa linea il giornalista iraniano Golnaz Esfandiari. "L'Iran è un Paese dove essere felici è un crimine", ha scritto sulla sua pagina Twitter.

Sempre su Twitter, dopo l'arresto del "Gruppo Happy", è nato l'hashtag #freehappyiranians, per fare pressione sulel autorità iraniane.