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Palermo, i nipoti dei capimafia si sposano nella chiesa della Regione

Lo zio della sposa è il super latitante Matteo Messina Denaro. Lo sposo è invece parente del boss dell'Uditore che ospitò Riina nel suo residence

-afp

La sposa è la nipote del super latitante Matteo Messina Denaro, che ovviamente non si è fatto vedere. Lo zio dello sposo, invece, è Gaetano Sansone, boss dell'Uditore che ospitò Totò Riina in quel residence di via Bernini dove si è tenuto il banchetto nuziale. E la chiesa dove hanno detto "sì" i nipoti dei capimafia è la cappella Palatina di Palazzo dei Normanni, la sede dell'Assemblea regionale siciliana, a Palermo. E divampano le polemiche.

La regione Sicilia rimanda qualsiasi accusa al mittente. "Non c'entriamo nulla. La cappella Palatina è una parrocchia gestita dalla Curia", spiega al Corriere della Sera Francesco Forgione, ex presidente dell'Antimafia ora al vertice della fondazione che gestisce Palazzo dei Normanni, cappella esclusa.

"Per noi era solo una coppia di giovani sposi - si difende il parroco, don Michele Polizzi -. Non avevamo idea dell'identità dei parenti degli sposi, perché non chiedo il certificato Antimafia".

Le nozze nella sede della Regione hanno però lasciato l'amaro in bocca a molti palermitani. L'immagine delle famiglie dei boss che attraversano i corridoi della sede del potere esecutivo non può lasciare indifferenti. E in molti guardano all'evento come a un nuovo tentativo della mafia di ostentare il proprio potere e la propria ricchezza. Proprio nel cuore delle istituzioni dello Stato.

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