Il britannico David Haines, rapito circa un anno fa in Siria, è stato decapitato dall'Isis. Lo annuncia il gruppo rilasciando un nuovo filmato con le immagini dell'uccisione. Proprio nelle ultime ore la famiglia di Haines aveva lanciato un appello ai rapitori chiedendo che si mettessero in contatto con loro quanto prima. I terroristi minacciano ora di uccidere l'ostaggio inglese Alan Henning.
L'Isis, nel rivendicare la responsabilità dell'esecuzione del cooperante scozzese, ha sottolineato che si tratta di una rappresaglia per l'ingresso del Regno Unito nella coalizione per combattere il gruppo estremista jihadista. Si tratta del terzo ostaggio decapitato in un mese, dopo i due giornalisti americani sequestrati in Siria, Steven Sotloff e James Foley.
Messaggio a Cameron - Il video che annuncia l'avvenuta decapitazione, della durata di due minuti e 27 secondi, si intitola "Un messaggio agli alleati dell'America" ed è simile ai precedenti filmati diffusi dall'Isis. Anche il boia sembra lo stesso; è lui a rivolgersi al premier britannico, David Cameron, ammonendolo che la sua alleanza con gli Usa trascinerà la Gran Bretagna in una "nuova sanguinosa guerra che non potrete vincere".
Come nei precedenti filmati, anche in questo caso l'ostaggio condanna le azioni del suo governo contro l'Isis e lo accusa di essere responsabile della sua morte. Rivolgendosi al premier britannico Cameron, Haines afferma: "Sei entrato volontariamente in una coalizione con gli Usa contro lo Stato Islamico, come ha fatto il tuo predecessore Tony Blair, seguendo la corrente dei nostri premier britannici che non hanno il coraggio di dire no agli americani".
Foreign Office britannico: video autentico - Dopo accurati esami sul filmato, il Foreign Office britannico ha comunicato l'autenticità del video. "Tutto dimostra - ha riferito un portavoce del ministero degli Esteri - che il filmato diffuso è autentico e non abbiamo ragione di credere che non lo sia".
Cameron presiede il comitato Cobra - Il premier britannico sta presiedendo a Londra la riunione del comitato di crisi "Cobra", a cui partecipano i vertici dei ministeri e delle forze armate per discutere le opzioni del governo britannico di fronte al pericolo rappresentato dai jihadisti in Siria e Iraq: fra queste anche la partecipazione militare di Londra ai raid americani contro l'Isis.
Chi era David Haines - Haines, 44 anni, operatore umanitario esperto della sicurezza delle Ong, originario di Perth, fu rapito nel marzo 2013 nel villaggio di Atmeh, nella provincia di Idlib, in Siria, con il cooperante italiano Federico Motka, liberato a maggio. Era nella zona con l'agenzia francese Acted per portare aiuti umanitari. Prima della Siria, Haines aveva già operato in Libia e Sud Sudan. La vita avventurosa non gli aveva impedito di mettere su famiglia: lascia una moglie e due figlie, di 17 e 4 anni.
Il fratello: "Aiutava chi aveva bisogno" - "David era una persona comune, uno come tanti, ma entusiasta del suo lavoro come operatore umanitario". Il fratello Mike Haines ricorda così David, continuano: "Era uno che aiutava chiunque avesse bisogno senza badare alla razza, al credo, alla religione". In un comunicato a nome della famiglia reso noto dal Foreign office, traccia poi una breve biografia ricordando l'infanzia e le vacanze trascorse insieme in caravan e in tenda, i due matrimoni e le due figlie Bethany e Athea. "David lavorò con l'Onu nei Balcani aiutando la gente che aveva veramente bisogno. Ci sono tante testimonianze di persone di quella regione aiutate da lui".
Kerry: "Raid senza alcun coordinamento con la Siria" - Il segretario di Stato John Kerry ha affermato che gli Stati Uniti sono "in guerra" contro l'Isis, così come sono in guerra con al Qaida, e ha allo stesso tempo ribadito che gli Usa non hanno alcuna intenzione di coordinarsi con il regime siriano. "Non ci coordineremo con la Siria", ha detto nel corso di una intervista alla Face the Nation della Cbs, aggiungendo che "certamente" in caso di raid aerei in territorio siriano gli Usa agiranno in modo da prevenire interferenze da parte del regime siriano.