Premio Campiello, stravince Fontana
Trionfo a sorpresa dello scrittore 33enne con il suo "Morte di un uomo felice". Secondo Michele Mari, terzo Mauro Corona
Giorgio Fontana, con "Morte di un uomo felice" (Sellerio), ha vinto a sorpresa la 52esima edizione del Premio Campiello. Lo scrittore 33enne, tra i più giovani a vincere il premio nella storia del Campiello, ha avuto 107 voti sui 291 dalla Giuria Popolare dei Trecento Lettori Anonimi. Al secondo posto Michele Mari con "Rodderick Duddle" (Einaudi), che ha avuto 74 voti, e al terzo Mauro Corona con "La voce degli uomini freddi" (Mondadori), 43 voti.
Quarto classificato Giorgio Falco con "La gemella H" (Einaudi), 36 voti e all'ultimo Fausta Garavini con "Le vite di Monsù Desiderio" (Bompiani), 31 voti. Tra i personaggi famosi della Giuria dei Trecento Lettori Anonimi anche lo chef Carlo Cracco, Irene Grandi, Marco Paolini, Stefania Rocca e Gianluigi Paragone.
"Grazie di cuore alla giuria dei Letterati, dei lettori. Al mio editore Sellerio. Lo prendo come una pacca sulla spalla per lavorare meglio. Come diceva Stephen King quando si scrive bisogna chiudere la porta e lasciare tutto dietro di se, però poi quando si apre la porta e non trovi nessuno ci rimani male", ha detto Fontana mentre riceveva il premio dalle mani di Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto. Questo ragazzo schivo, che non ama la mondanità, fan dei Metallica, appassionato di fumetti ha sbaragliato tutti con la storia del magistrato Giacomo Colnaghi che lotta contro il terrorismo politico nella Milano anni '80 con in controcanto la storia di suo padre, un partigiano.
"Milano è una mia ossessione narrativa" - Originario di Saronno, Fontana, che di giorno lavora in una agenzia di software e di sera scrive, aveva spiegato parlando del suo libro: "Quello che più mi sta a cuore è il rapporto tra padre e figlio a cui sono legati temi come la riflessione sulla giustizia e il rapporto fra generazioni". "Ho fatto un lavoro di ricerca molto grosso e ho usufruito del distacco che mi può dare non aver vissuto quegli anni" continua Fontana che è autore di 4 romanzi. E Milano, è qualcosa di più di uno sfondo nel libro, "è una mia ossessione narrativa. La amo e la odio". Il libro forma un dittico ideale con il precedente "Per legge superiore" che si svolge nel medesimo universo narrativo.
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