INCONTRO TRILATERALE

Ue-Ucraina, rinviato a fine 2015 l'accordo di libero scambio

L'ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, su pressione di Mosca, aveva deciso in extremis di non firmare l'intesa, innescando le proteste di piazza a Kiev. Intanto i primi automezzi russi del secondo convoglio russo di aiuti umanitari hanno attraversato la frontiera per andare nell'est dell'Ucraina

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L'entrata in vigore dell'accordo di libero scambio tra l'Ucraina e l'Unione europea è stato rinviato al 31 dicembre 2015. E' quanto si legge in una nota diffusa a Bruxelles dopo l'incontro trilaterale Ue-Ucraina-Russia. Accordo che l'ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, su pressione di Mosca, aveva deciso in extremis di non firmare più, innescando le proteste di piazza a Kiev.

Nel corso dell'incontro, secondo quanto si legge in una dichiarazione congiunta Ue-Ucraina-Russia, la Commissione europea si è detta pronta a mostrare maggiore flessibilità per favorire la stabilizzazione della situazione in Ucraina se Kiev ratificherà l'accordo di associazione con l'Ue. Una flessibilità, si spiega, che consisterà nel rinviare alla fine del 2015 l'entrata in vigore della parte dell'intesa che prevede l'applicazione di un regime di libero scambio.

Ue, Ucraina e Russia proseguiranno comunque le loro consultazioni al fine di rispondere alle preoccupazioni espresse da Mosca. Il tutto nel quadro - si legge ancora nella nota - del processo di pace in Ucraina e nel rispetto del diritto di questo Paese di decidere del suo destino e della sua integrità territoriale. Su questa base, Russia e Ucraina hanno confermato che continueranno ad applicare il regime preferenziale agli scambi commerciali tra i due Paesi.

Convoglio russo aiuti attraversa frontiera - I primi automezzi russi del secondo convoglio russo di aiuti umanitari hanno attraversato la frontiera per andare nell'est dell'Ucraina controllata dai separatisti ucraini filo-russi. Lo ha detto all'agenzia di stampa Ria Novosti il portavoce delle dogane russe della regione meridionale Rayan Farukshin.

Inasprite le sanzioni, Putin furioso - La scure delle sanzioni Ue si abbatte su Mosca colpendo i giganti del petrolio Rosneft, Gazprom Neft, e Transneft, dell'aerospazio come Opk Oboronprom e della produzione di armi, come la Khalashnikov, ma anche personalita' vicine al presidente Vladimir Putin, come il top manager pubblico Serghiei Chemezov, alla guida di RosTekhnologi, principale societa' manifatturiera nel settore della difesa. Un'azione che in tutto colpisce 15 societa' e 24 personalità e imprime un nuovo giro di vite alle misure di luglio contro i principali istituti di credito a controllo pubblico: Sberbank; Vnesheconombank; Rosselkhozbank; Vtb bank; e Gazprombank.

Una ghigliottina che si incrocia con quella del nuovo pacchetto di misure varato dagli Usa, dopo giorni di indecisione e attente valutazioni, nelle capitali, sulla tenuta della tregua e sull'evoluzione della situazione sul terreno. Nuove sanzioni, che fanno colare a picco il rublo, al suo nuovo record negativo (a quota 37,72 per un dollaro), e suscitano la dura reazione del capo del Cremlino: "passi che minano il processo di pace", li definisce. Perche' "le sanzioni", sostiene, "non sono mai state efficaci come strumento di politica estera e non portano mai i risultati attesi".