La Cassazione ha confermato la condanna per due simpatizzanti di CasaPound che, a un raduno neofascista, avevano salutato a braccio teso urlando "presente". "Ci sono ancora rischi di rigurgiti antidemocratici - come indicano tanti recenti episodi avvenuti in Europa - che rendono necessario mantenere in vigore la legge Scelba, la quale vieta la ricostituzione del partito fascista e i gesti del Ventennio", scrivono i supremi giudici.
"Nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall'entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe", fanno sapere gli "ermellini".
"L'esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta, infatti, erosa dal decorso del tempo e frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose", scrive la Prima sezione penale della Suprema Corte nella sentenza 37577 (presidente Arturo Cortese, relatore Raffaello Magi).
Con questa risposta, i giudici hanno respinto la tesi degli imputati - Andrea B., con precedenti, e Mirko G. - che sostenevano l'assenza di "lesività" dei comportamenti da loro tenuti e la necessità di depenalizzare i retaggi del reato di opinione per via del "mutato clima politico" e delle norme internazionali sulla libera manifestazione delle opinioni.