Ne è passata acqua sotto i ponti dal primo disco "Scendi" del 2004 e dal boom di "Semplicemente" nel 2005. Oggi gli Zero Assoluto hanno alle spalle cinque dischi di cui l'ultimo appena uscito "Alla fine del giorno". Thomas De Gasperi è diventato papà da poco mentre Matteo Maffucci è sempre in giro a sperimentare, curiosare e lavorare. I due puntano al Festival di Sanremo: "Lo amiamo ed è più chic di chi sceglie di non andarci", dicono a Tgcom24.
Qual è la differenza sostanziale con l'ultimo album "Perdermi" del 2011?
La totale assenza di ansia. 'Alla fine del giorno' nasce da una consapevolezza consolidata del nostro lavoro e non avendo più nulla da dimostrare ci siamo liberati dall'ansia da prestazione. Abbiamo affrontato il lavoro molto più liberamente. 'Perdermi' era più sperimentale ma poi siamo tornati alle prime sonorità. Il primo amore non si scorda mai...
In questi tre anni quali sono stati i momenti più difficili?
Sicuramente scrivere in due i testi non è facile ma è sempre una bella sfida, quasi come andare dall'analista gratis. Su molte cose non siamo d'accordo e spesso litighiamo ma poi troviamo sempre il giusto compromesso. In questo album hanno partecipato autori bravissimi come Ermal Meta o Stefano Scandaletti.
Parole d'ordine di questo disco?
L'onestà sicuramente per il tentativo e la passione che ci mettiamo per essere credibili nel mondo pop. Perché il pop, ricordiamolo è una cosa seria.
Avete lasciato fuori qualche brano per Sanremo?
Sì e ci farebbe molto piacere esserci...
Jake la Furia dei Club Dogo ha detto su Sanremo: "Credo sia l'ultima spiaggia dei cantanti, quando si raschia il barile a fine carriera". Che ne pensate?
Sanremo è l'ultimo programma musicale che è rimasto in Italia, è una bellissima festa popolare in cui per una settimana tutti gli italiani si trasformano in critici musicali. Abbiamo un profondo rispetto per questa trasmissione che ha lanciato cantanti poi diventati famosi anche all'estero. Detto questo, il Festival è chic e molto più snob di chi sceglie di non andarci.
Pensate già al tour?
Ci piacerebbe suonare in piccoli teatri, dimensioni intime e raccolte. Vedremo se sarà possibile.