CONTINUANO I CORTEI DI PROTESTA

Ragazzo ucciso a Napoli, il carabiniere: "Chiedo perdono"

Il militare che ha sparato a Davide Bifolco chiede scusa alla famiglia: "Sono consapevole che nessuna parola potrà attutire il dolore, che segnerà anche me. Ma è stato un incidente: non sono un Rambo"

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"Sono addolorato. Con pudore voglio chiedere alla famiglia di Davide perdono. Consapevole che niente e nessuna parola potrà attutire il dolore, che segnerà per sempre anche la mia vita". Sono le prime parole del carabiniere che stringeva in mano la pistola dal quale è partito il colpo micidiale che ha colpito Davide Bifolco alla famiglia del 17enne. In un'intervista a La Repubblica il 32enne spiega: "Non sono un Rambo, è stato un incidente".

"Avevo il colpo in canna perché inseguivamo un latitante (In scooter con i due ragazzini c'era anche un ragazzo evaso dai domiciliari, ndr). Non ho mirato contro Davide, ma sono inciampato", afferma. La perizia confermerà che "in quel posto c'è un gradino". "Io so - prosegue - che questa tragedia è stata la conseguenza impensabile, umanamente inaccettabile, di un incidente". "Solo un terribile incidente", sottolinea.

E mentre i cortei di protesta per il ragazzino ucciso accendono Napoli, il carabiniere, che attende gli esiti degli accertamenti, si difende: "Sono inciampato mentre cercavo di bloccare l'altro ragazzo, che si divincolava".

La famiglia di Davide Bifolco, intanto, attraverso il suo avvocato, ha raccolto alcune testimonianze ed è pronta a consegnarle alla Commissione dei diritti umani del Senato. Colpiscono, invece, le dichiarazioni del 18enne che era con la vittima al pm Manuela Persico. "L'auto dei militari ha impattato da dietro il nostro scooter e ci ha fatto cadere", dichiara. "Il ragazzo che guidava il motorino è scappato subito, io stavo per rialzarmi mentre Davide era già in piedi. Ho visto un carabiniere che puntava la pistola contro di lui. Ho sentito il colpo e non ho visto la precisa direzione perché mi sono girato", afferma. E infine: "Davide ha iniziato a tremare finché non si muoveva più".

Domani è prevista l'autopsia sul cadavere del 17enne. Esami che fanno così slittare la data dei funerali.