Renzi sostiene che è stato casuale, nessun coordinamento, nessun accordo preventivo: i leader socialisti europei presenti, con lui, alla festival dell'Unità di Bologna indossavano tutti pantaloni neri (unica eccezione un paio di jeans) e camicia bianca, per libera scelta.
Unità di vestito, unità di intenti? In realtà lui era arrivato con una camicia azzurra, poi, saranno stati caldo e sudore, o magari la tentazione coreografica davvero forte, fatto sta che sul palco è comparso anche lui in versione bianca.
Pare che Armani abbia commentato che quel look non lo convince, troppo giovanilista. Ma il messaggio che doveva passare, ed è arrivato forte e chiaro, è proprio quello: una nuova generazione di leader, diversi da tutto quello che c'è stato prima che puntano a cambiare la sinistra e l'Europa. Vestiti da manager ma senza esagerare, informali, "morbidi", sicuri di sé tanto da potersi togliere la giacca, la "corazza" di ogni potere, e mostrare una semplice camicia bianca.
Ma attenzione ai dettagli: niente button down (fa troppo americano, siamo o non siamo europei?), uno o al massimo due bottoni aperti (di più fa coatto, troppo proletario), non inamidata (ci mancherebbe altro...), ma ben stirata, per non sembrare sciatti. Insomma dei bravi ragazzi, di cui fidarsi, sorridenti, giovani, bellocci, che le canteranno chiare alla Merkel (che se ne frega del simbolismo degli abiti e continua inesorabile a indossare i suoi tailleur colorati e informi).
Siamo una squadra, dice quella camicia, i buoni che scelgono il bianco, la semplicità, l'ottimismo, la positività, contro i gufi neri, i pessimisti, i critici, i "tecnici" che con i loro paroloni e le profezie da Cassandra cercano di bloccare il processo di cambiamento.
Cosa volete che vi dica? Speriamo. I conti non tornano, il debito è alle stelle, il mercato del lavoro è inchiodato, le tasse (almeno le mie) aumentano, ma non c'è alternativa, quindi vai, tutti in camicia bianca. L'eurorenzismo è già tendenza.