I Club Dogo con ironia rispondono ai "rompi...." e ai detrattori già dal titolo del nuovo disco “Non siamo più quelli del Mi Fist”. Citazione del disco che dieci anni fa ha lanciato la loro carriera nel mondo dell'hip hop. Tante citazioni di autori storici italiani - da Ramazzotti a Zucchero - passando per il sociale, la politica, la prostituzione. Sanremo in vista? "No è roba vecchissima", rispondono Gué Pequeno, Jake La Furia e Don Joe.
Perché avete intitolato l’album “Non siamo più quelli di Mi Fist”?
E’ un titolo ironico contro i rompi… che ci hanno criticati in questi anni per le nostre scelte artistiche e non solo, per prendere per il culo loro ma anche noi in qualche misura. E’ una cosa pensata per riderci su. 'Mi Fist’ è stato un cd importante per la nostra carriera, un vero gioiellino lavorato con la stessa passione e la stessa cura rimaste intatte ancora oggi.
Ci sono tante citazioni da Ramazzotti a Zucchero, come mai?
E’ il nostro modo di lavorare, quando scriviamo un pezzo ci vengono in mente delle campionature adatte alle canzoni. Grazie ai titoli del catalogo della nostra etichetta discografica abbiamo potuto attingere a un sacco di brani storici della musica italiana. Dunque Eros lo abbiamo citato in 'Weekend’ per ringraziarlo visto che abbiamo collaborato a un suo disco, Zucchero è presente in 'Sai zio’ proprio perché il rap si basa su intercalari e questo è il suo storico che ci ha sempre affascinati, anche perché nel nostro mondo vuol dire fratello. Poi c’è Mario Tessuto per 'Lisa dagli occhi blu’ in 'Lisa’ una canzone importante che parla di prostituzione. Infine Betty Curtis con 'Soldi, soldi, soldi’ è presente in 'Soldi’, uno dei brani più importanti del disco.
“Siamo nati qua” è anche una delle canzoni più politiche che abbiate mai fatto. Come nasce?
E’ semplicemente una fotografia della realtà. Sin dal nostro primo disco ne abbiamo sempre fatta una in diversi periodi storici in cui sono nati, ad esempio 'Mi Fist’ si colloca dopo un infuocato G8. Nel brano cantiamo di giovani laureati che stanno al supermarket, di gente che ha venduto speranze al compro oro…
Perché avete scelto Arisa per il singolo “Fragili”?
C’era un ritornello importante in questa canzone e volevano una voce bella e potente. Abbiamo incontrato in diverse occasioni Arisa e ci è sempre piaciuta come persona e cantante. La apprezziamo anche per il suo percorso artistico da 'Sincerità’ passando per le belle cover che ha cantato a 'Victor Victoria'. Si è approcciata al nostro mondo con curiosità e professionalità, senza la puzza sotto il naso che spesso il mondo pop ha nei nostri confronti.
Avete registrato anche a Los Angeles, cosa vi è piaciuto di quel mondo?
Che sei hai una bella idea c'è ancora spazio per te, la meritocrazia esiste. Si respira un senso di libertà pazzesca e il rap domina contrastato le radio. Certo, ci vorrebbe una via di mezzo anche perché il rap lì viene visto come business allo stato puro mentre in paesi europei, come l'Italia, si registra un po' più di artigianato.
C'è la possibilità che andiate a Sanremo?
Mah, è una rassegna ormai vecchissima…
Però ha vinto Rocco Hunt tra i Giovani, lo scorso anno.
Verissimo ma è anche vero che la cornice, come le vallette con gli abiti firmati, c'erano tutti. Insomma non credo sia una vetrina giusta, credo sia l'ultima spiaggia dei cantanti, quando si raschia il barile a fine carriera.
E l'Eurovision Song Contest?
Neanche. E' la somma del peggio dei festival europei.
I Club Dogo presenteranno dal vivo i brani del nuovo disco più qualche hit del passato in un concerto gratuito il 19 settembre al Fabrique di Milano mentre il tour partirà il 5 dicembre da Napoli.