Digitale terrestre e banda larga mobile potranno convivere almeno fino al 2030: lo prevede il rapporto di Pascal Lamy, ex commissario Ue al quale la commissaria all'Agenda digitale Neelie Kroes ha affidato l'approfondimento sull'uso delle frequenze e gli sviluppi dell'offerta sia di televisione che di broadband mobile, nel quale viene restituita pari dignita' alle ragioni della tv terrestre e degli operatori mobili nell'utilizzo delle frequenze. Il consigliere d'amministrazione di Mediaset, Gina Nieri (unico membro italiano chiamato al tavolo di lavoro per la stesura del rapporto) ha giudicato "molto equilibrata" l'analisi del rapporto che "riconosce la centralità della televisione lineare nei consumi di contenuti audiovisivi e il ruolo insostituibile, almeno fino al 2030, della piattaforma digitale terrestre per mantenere l'eccellenza del sistema televisivo europeo. In questo modo è garantito ai cittadini l'accesso gratuito a un servizio universale di qualità. Priorità particolarmente sensibile nell'attuale congiuntura economica".
"Mediaset - prosegue il consigliere dell'azienda di Cologno Monzese - condivide in pari tempo la necessità di una politica di sostegno allo sviluppo delle reti a banda larga, fissa e mobile, al servizio delle imprese europee e dei cittadini che vogliono mantenere la libertà di scegliere tra diverse forme di distribuzione e poter accedere a un'ampia offerta di contenuti, anche gratuiti. Inoltre, sarà importante valutare gli sviluppi del mercato e soprattutto monitorare da una parte l'evoluzione di tecnologie alternative (come il 5G), più efficienti e performanti rispetto alla tecnologia 4G/LTE, e dall'altra le preferenze degli utenti europei in termini di fruizione di contenuti via internet, sempre più caratterizzata dal consumo Wi-Fi".
Secondo Nieri, "Lamy ha infine riconosciuto che esiste lo spazio temporale necessario per una transizione graduale verso il conferimento della banda 700 alla broadband mobile. Frequenze alle Tlc sì" ma nel rispetto dell'evoluzione delle tecnologie terrestri piu' avanzate e delle preferenze dei consumatori. Un'inutile accelerazione determinerebbe infatti un indebolimento della piattaforma Digitale Terrestre, una riduzione radicale della concorrenza tra piattaforme (soprattutto in un paese come l'Italia caratterizzato da un monopolio sulla piattaforma satellitare) e procurerebbe un duro colpo al modello europeo basato sull'accesso universale e gratuito". "Mediaset - conclude Nieri - confida che la Commissione europea, attraverso un forte coinvolgimento degli Stati membri, utilizzerà le preziose indicazioni del Rapporto Lamy per promuovere le esigenze e le reali aspettative dei cittadini, oltre che gli interessi e le prospettive di crescita di un'industria europea plurale ed indipendente".