E' partita aperta tra governo e Autostrade. Giuseppe Conte porta il dossier in Cdm, sospeso dopo un'ora e poi ripreso, ribadendo la sua linea: o Aspi accetta le condizioni del governo oppure ci sarà la revoca. La proposta di Aspi prevede l'ingresso di Cassa depositi e prestiti nel gruppo con la quota dei Benetton "diluita" (quindi in minoranza). Aspi verrebbe poi tirata fuori da Atlantia e quotata in Borsa. Un accordo ritenuto "non soddisfacente" dal premier.
"Non si può più tergiversare", ha affermato il presidente del Consiglio, che poi ha avuto una riunione ristretta coi ministri Gualtieri e De Micheli e con i tecnici per esaminare la proposta di Aspi. L'incontro a tre si è tenuto nel periodo di pausa del Cdm.
L'ipotesi di mediazione alla quale hanno lavorato governo e holding dei Benetton riguarda l'uscita graduale di Atlantia, da completare in un lasso di tempo che andrebbe da sei mesi a un anno. Tra i nodi legati allo schema di accordo, spiegano fonti di governo, ci sarebbe il range temporale dell'uscita di Atlantia.
La quotazione di Aspi in Borsa darebbe la possibilità ai singoli azionisti di valutare se ridurre ulteriormente la loro partecipazione. Nell'ipotesi resterebbe aperto il nodo della manleva (a fronte dei danni civili che potrebbero essere chiesti da terzi in seguito del crollo del Ponte Morandi). Sul risarcimento danni per le vittime della tragedia dell'agosto 2018, da parte di Atlantia, non ci sarebbe invece stata una ferma opposizione.
Duro negoziato su tariffe e indennizzo - Quello con Aspi è stato definito un "duro negoziato" sul tema delle tariffe autostradali e sull'articolo 35 del decreto Milleproroghe, che ha tagliato l'indennizzo in caso di revoca della concessione. Sarebbe positiva l'interlocuzione sui futuri assetti societari che riguardano la partecipazione di Atlantia ad Aspi. L'art.35 del Milleproroghe prevede anche che, in caso di revoca, la gestione passi ad Anas. "Nessuna divisione nel governo", assicurano fonti di governo.
De Micheli scrisse a Conte: valutare un accordo - "Considerata la delicatezza e la complessità della questione credo sia opportuno sottoporre al consiglio dei ministri la percorribilità della soluzione transattiva nei termini di cui sopra ovvero nei diversi termini che Tu e il Consiglio dei ministri riterrete individuare". Questo il testo della lettera che il ministro dei Trasporti Paola De Micheli inviò riservatamente a Giuseppe Conte il 13 marzo. Nella lettera si cita la proposta di Aspi di un intervento di 2,9 miliardi e si chiede di avanzare la controproposta per un aumento fino a 3,4 miliardi e l' accettazione del profilo tariffario all'1,93% con rinuncia al contenzioso in essere verso l'Art e a tutti gli altri. Le controproposte avanzano inoltre l'ipotesi di una riduzione delle tariffe fino al 60% sulla rete autostradale a ristoro dei disagi verso l'utenza in
conseguenza della realizzazione del piano straordinario degli investimenti; o in caso di riduzione della carreggiata per interventi straordinarie la riscrittura degli articoli 9 e 9 bis della Convenzione che riguardano le ipotesi di inadempimento. Nel caso di una risoluzione della Convenzione invece la ministra sottolinea nella sua lettera da un lato il rischio occupazionale per i mancati investimenti e dall'altro la necessita di individuare commissari straordinari per la gestione della rete autostradale fino all'individuazione dei nuovi gestori.
De Micheli scrisse: "Rischiamo di dover risarcire integralmente" - L'Avvocatura dello Stato "nell'evidenziare come non si possa escludere che in sede giudiziaria nazionale o sovranazionale possa essere riconosciuto il diritto di Aspi all'integrale risarcimento, quale effetto di una eventuale deliberazione negativa della conformità dell'articolo 35 del decreto milleproroghe rispetto ai parametri normativi ha suggerito che 'ogni eventuale intervento di codesta Amministrazione dovra', pertanto, tenere nella dovuta considerazione anche tale rischio'". E' quanto si legge in una lettera indirizzata dalla ministra dei trasporti Paola De Micheli al presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul dossier autostrade.
Mion (gruppo Benetton): "Nostro dovere è difendere aziende, speriamo in soluzione equa" - "Quello che è accaduto, il crollo del ponte di Genova, le vittime e le sofferenze provocate, quello che è emerso dopo la tragedia, rende comprensibile la posizione del Presidente del Consiglio". Lo afferma in una dichiarazione Gianni Mion, presidente di Edizione, la holding della famiglia Benetton che controlla Atlantia e di conseguenza Autostrade per l`Italia. "E' tuttavia nostro dovere - aggiunge - difendere le due aziende, Aspi ed Atlantia, ed i loro dipendenti, finanziatori ed azionisti. Mi auguro che si possa trovare una soluzione equa nell`interesse di tutti: cittadini, lavoratori, risparmiatori ed investitori".
Cancelleri: "Commissariamento non farà perdere nemmeno un posto di lavoro" - "L`unico modo per avviare la revoca è il commissariamento". Lo dice Giancarlo Cancelleri, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti (M5S). "Avviene attraverso la revoca di Aspi per cui non si perde neanche un posto di lavoro. La società continuerebbe a lavorare attraverso un commissario governativo. Dopodiché si mette al bando la concessione. Poi c'è il tema dei controlli di sicurezza. Noi come M5s stiamo proponendo che Anas subentri solo nella parte di controlli di sicurezza." Infine, ancora sull`eventuale ruolo di Anas: "Io mi fido dello Stato. Lo Stato si deve prendere le sue responsabilità. Se Anas non va bene vuol dire che la dobbiamo migliorare. Ma quella è una responsabilità che dobbiamo prenderci noi".