La dieta mediterranea sta diventando un lusso per pochi. Gli italiani ricchi mangiano meglio mentre i poveri si buttano sul cibo ipercalorico di bassa qualità. Si genera, così, un divario salutare "di classe" accentuato dalla crisi. Se ne è parlato al convegno "Dieta mediterranea e sport: quando la crisi economica minaccia uno stile di vita" organizzato dalla fondazione Neuromed con l'Università Luiss.
I dati - Nel 2005 il 34% della popolazione seguiva una dieta alimentare equilibrata per arrivare nel 2007 a un picco negativo del 19%. La crisi economica induce a mangiare male e una cattiva dieta aumenta le spese a carico del Sistema sanitario nazionale. Un circolo vizioso in cui le vittime sono le persone con minori disponibilità economiche.
"Salute per fasce di reddito" - Marialaura Bonaccio, ricercatrice al laboratorio di epidemiologia molecolare e nutrizionale dell'Irccs Neuromed, ha detto: "La salute si muove oggi per fasce di reddito. Le abitudini di vita risultano essere migliori nei ceti più agiati. Questo è il profondo divario che ha tracciato la crisi economica a causa della quale oggi il costo del cibo fresco, della frutta, della verdura e delle sane abitudini di vita hanno lasciato il posto a quelle più economiche e meno salutari. Nonostante la dieta mediterranea sia nata dalle fasce più povere della società, e in particolare dal Sud Italia, oggi viene seguita prevalentemente dalla fasce più ricche indipendentemente dal grado di istruzione".
Ripercussioni sul Sistema sanitario - Licia Iacoviello, a capo del laboratorio, ha spiegato: "I fattori di protezione quali l'attività fisica e la dieta mediterranea incidono non solo sulla salute ma anche sulla spesa sanitaria di una nazione in quanto riducono il rischio di ammalarsi e di morte. Purtroppo, solo il 30% della popolazione fa attività fisica che, con la giusta alimentazione, può davvero prevenire l'insorgenza di numerose malattie cardiovascolari e oncologiche".
"La dieta mediterranea è la migliore" - Secondo l'esperta, la dieta mediterranea "risulta essere la migliore con le sue cinque porzioni di frutta e verdura a giorno, il consumo di pesce e la riduzione di grassi e carne". Purtroppo però la crisi economica ha allontanato i cittadini dai cibi freschi e sani e fatto preferire i cibi ipercalorici perché meno costosi.