Cinquantamila euro di risarcimento per danno materiale e morale: tanto ha chiesto una cinquantatreenne di Treviso che, costretta a sottoporsi a un intervento chirurgico alla vagina per un problema all'utero, ha dovuto rinunciare da quel momento ad aver rapporti sessuali per una errata ricostruzione dell'apparato genitale. Da qui la causa contro l'Unità sanitaria di Treviso e contro il primario che le avrebbe ricostruito una vagina troppo stretta.
Anche il marito della donna ha chiesto 50mila euro di risarcimento per danno esistenziale: dal giorno dell'operazione l'uomo non ha più potuto avere rapporti sessuali completi con la moglie. "Speriamo che la mia assistita - ha spiegato l'avvocato Capia Salvalaggio - possa ottenere giustizia in tempi ragionevoli. Anche se dubito si possa arrivare ad una conclusione rapida e soddisfacente, in grado di mitigare le sofferenze patite dalla donna".