"Sì, Alessia l'ho uccisa io. Una voce interiore mi ha detto di farlo". Luca Giustini, il ferroviere 34enne che domenica scorsa ha ucciso a coltellate la figlia di 18 mesi a Collemarino di Ancona, ha confessato il delitto davanti al gip Carlo Cimini. Il magistrato ha convalidato l'arresto, l'uomo resta ricoverato nel reparto di Psichiatria sotto terapia farmacologica e sorvegliato a vista.
Giustini in alcuni foglietti deliranti aveva accennato al fatto che Dio gli aveva chiesto di fare qualcosa, di agire. Scritti confusi e con riferimenti mistici che denotavano un profondo malessere nell'uomo. Nell'ultimo periodo Giustini, genitore e marito amorevole e lavoratore inappuntabile secondo i colleghi, era infatti parso piuttosto stressato ad amici e parenti.
In quei foglietti, sequestrati dagli inquirenti, il macchinista faceva riferimento a un presunto "Disegno di Dio", "precetto di nostro Signore", al "progetto di Dio venuto tra noi", del "Signore" che avrebbe guidato le sue azioni.