Sono raddoppiati negli ultimi anni i viaggi verso la Svizzera per ricorrere al suicidio medicalmente assistito, a causa delle restrizioni legislative negli altri Paesi. Nel Regno Unito ormai "andare in Svizzera" è diventato un eufemismo per indicare la dolce morte. Con 44 viaggi, l'Italia è la quarta nazione per numero di cittadini che si rivolgono alla Confederazione Elvetica con questo obiettivo.
Una triste classifica - I suicidi di tedeschi in Svizzera tra il 2008 e il 2012 sono stati 218, seguono i britannici con 126 morti e i francesi con 66. Gli italiani sono quarti con 44 eutanasie. Seguono Stati Uniti (21), Austria (14), Canada (12), Spagna (8), Israele (8) e Australia (5).
Diritto alla morte - La Svizzera è uno dei pochi posti al mondo, tra cui l'Olanda e lo Stato dell'Oregon negli Usa, dove il suicidio assistito è permesso. I numeri sono in crescita, secondo uno studio recente condotto presso l'Università di Zurigo il "turismo del suicidio" è raddoppiato negli anni dal 2008 al 2012 totalizzando 611 casi.
Le malattie che più di tutte spingono al passo estremo sono quelle neurologiche (dalla sclerosi multipla alla sclerosi laterale amiotrofica al morbo di Parkinson) con un decorso progressivo inarrestabile che alla fine riduce il malato a una condizione di totale dipendenza e immobilità, fino alla necessità della respirazione assistita.
Una rete di associazioni - La Svizzera ha sei associazioni per il diritto alla morte che aiutano circa seicento persone all'anno, alcune delle quali hanno un aiuto fisico nei suicidi mentre altre no. Dignitas, la più grande di queste associazioni, è composta da un team di consulenti legali e medici. Quattro di queste organizzazioni aiutano gli stranieri e assistono tra i 150 e i 200 suicidi all'anno.
Le leggi in materia nel mondo - In Italia e Regno Unito l'eutanasia è vietata mentre in Lussemburgo e negli Stati federali Usa di Washington e Montana il suicidio è assistito sono se iòl paziente è un malato terminale.
In Germania non ci sono leggi specifiche sul suicidio assistito nel codice penale ma quello deontologico, seguito dall'associazione medica della nazione, vieta ai dottori di aiutare le persone a commettere suicidio. I dottori, inoltre, possono essere perseguiti penalmente se sono presenti durante un suicidio e non effettuano le procedure di rianimazione, stesso principio valido per la Francia.
Il codice penale svizzero, invece, non richiede che la persona che vuole un suicidio assistito sia un malato terminale o negli ultimi stadi della vita ma prevede che "qualsiasi persona per motivi egoistici inciti o assista un'altra a commettere o a tentare il suicidio" può finire in carcere fino a cinque anni.