Calderoli cattura un serpente in cucina "E' la makumba del papà della Kyenge"
Il leghista pubblica una foto con l'enorme rettile: "Ho bisogno un esorcista". E tira una frecciata a Papa Francesco. La Rete: "Ha commesso un reato"
"Non sono mai stato superstizioso ma dopo la macumba (con la k nel testo) che mi ha fatto il papà della Kienge mi è capitato di tutto e di più". Lo scrive Roberto Calderoli pubblicando su Facebook una foto in cui è ritratto con un lungo serpente trovato e catturato nella sua cucina. L'esponente della Lega Nord lancia poi un appello: "Se qualcuno ha numeri di telefono o mail di esorcisti li aspetto con gratitudine".
"A voi sembra normale che un serpente di 2 metri sia nella cucina di una casa di mozzo?", continua Calderoli.
L'occasione è ghiotta anche per una frecciatina a Papa Francesco: "Non so se devo mettere un annuncio sul giornale o chiamare direttamente Bergoglio, sempre che non sia troppo occupato a sistemare gli immigrati a casa nostra, ma io devo trovare assolutamente un esorcista", scrive il vicepresidente del Senato.
La Rete si indigna: "Ha ucciso esemplare protetto" - Al di là della polemica perenne con l'ex ministro Kyenge, il post di Calderoli ha anche attirato i malumori della Rete per l'uccisione del rettile: "Non lo hai catturato ma ucciso e quel serpente è una femmina di biacco e tu dovresti essere punito severamente per questo", scrive un utente. "Era un innoquissimo e comunissimo biacco e tra l'altro anche protetto, qualcuno spero provveda a denunciare", gli fa eco un altro. E ancora: "Se invece di pensare alle 'makunbe' avesse impiegato cinque minuti del tempo in cui era ministro a leggere le leggi che in teoria era lì per rappresentare, saprebbe di avere bellamente commesso un reato".
E Calderoli viene denunciato - Non bastano gli strali giunti dalla Rete: Calderoli è stato denunciato dal Partito animalista europeo per aver soppresso un animale protetto. "Il serpente è un biacco appartenente alla specie rigorosamente protetta e non pericolosa poiché è sprovvisto di veleno. Avrebbe dovuto chiamare il Corpo Forestale dello Stato o i Vigili del fuoco o ancor meglio il Servizio Cites del Ministero dell'Ambiente e Politiche Forestali così come vuole la norma", lo redarguisce il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli che aggiunge: "uccidendolo ha compiuto un reato perseguito dalla legge (189/2004 art. 544 bis) con l'aggravante perche' specie protetta". Fuccelli invita quindi le autorità ad intervenire d'ufficio perche' il senatore, dice, "è reo confesso".
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