OLTRE GLI ANNI 80

The Shade, l'onda lunga del synth pop porta alla conquista dell'America

Canzoni in inglese, suoni europei e un contratto con un'etichetta statunitense. Il duo guarda all'estero ma viene dall'Italia

Si chiamano The Shade e la loro musica spazia dal synth pop al dark e la new wave. A dispetto dei suoni internazionali e del cantato in inglese, sono però italianissimi. La loro pagina Soundcloud ha raccolto 100mila ascolti in pochi mesi, ma il bello viene ora: grazie al contratto firmato con un'etichetta americana, il primo album "Through Distant Times" sarà pubblicato negli Stati Uniti nei prossimi mesi.

Perché spesso per chi vuole fare musica che esca dagli schemi dell'italianità cercare fortuna fuori dai nostri confini è l'unico mezzo. Basti pensare in ambito metal ai Lacuna Coil, sconosciuti al grande pubblico da noi ma amatissimi negli Usa, dove passano gran parte dell'anno in tour con gente del calibro di Megadeth e Slipknot. Gli Shade sono un duo lombardo composto da Derfel e Stefan che, dopo anni di prove e giri tra vari gruppi, l'anno scorso hanno deciso di provarci sul serio. E guardare all'estero è un obbligo, perché se da noi il loro genere viene considerato ormai buono solo per una nicchia di nostalgici, in altri Paesi, come la Germania o gli Stati Uniti, la scena è viva e ampia.

Con la pubblicazione autoprodotta di qualche mese fa "Through Distant Times" si è guadagnato ottime critiche dalla stampa specializzata e numeri d'eccellenza a livello di ascolti tanto via Soundcloud che su Spotify. Ma se le royalties provenienti da quest'ultimo, per quanto ridotte, possano essere gratificanti, una pubblicazione in piena regola e nel mercato numero uno del mondo è tutt'altra cosa. Ecco quindi la firma con la "A Different Drum", label americana specializzata nell'electro pop e con alle spalle vent'anni di esperienza. Ma quello Usa non è l'unico fronte aperto, dal momento che uno dei brani di maggiore impatto dell'album, "Maximize", farà parte di un'altra raccolta in pubblicazione nei prossimi mesi in Russia.

Arrangiamenti stratificati, grande cura nella produzione e attenzione a rifarsi a generi consolidati senza adagiarsi nella ripetizione di cliché. Se è evidente uno sguardo agli anni 80, i modelli di riferimenti vengono comunque modernizzati in chiave personale. Se gli appassionati di questo genere di musica sono ancora tanti, gli Shade devono però scontrarsi con un panorama dove è di moda il minimalismo. "Proveniamo dalla scena wave italiana, ma dobbiamo prendere atto di esserne alternativi - spiega Derfel -. Probabilmente siamo noi gli alternativi che in un'epoca dove il sottosuolo sembra esaltare produzioni low-fi che sembrano dei demo, ci ostiniamo a fare canzoni e ad avere una produzione professionale. Gli oltre 100mila ascolti di Soundcloud ci dicono che ci ascoltano di nascosto, per non far brutta figura con l'amico hypster. E questo è abbastanza divertente".

Poco male, i numeri parlano per loro. Dopo aver partecipato a una compilation tributo dei Joy Division, in questi giorni hanno pubblicato una cover di "Electric Barbarella" dei Duran Duran, per festeggiare i risultati ottenuti. E le speranze sull'album in uscita sono tante. Perché ogni tanto anche la musica italiana guarda lontano.