Un paziente illustre arriva al Policlinico Umberto I, a Roma, e per lasciargli una stanza singola due degenti vengono privati della loro camera e trasferiti di fretta e furia in una corsia già piena. A beneficiare di questa accoglienza speciale sarebbe stato un senatore dell'Udc. Il caso di presunto favoritismo sanitario è stato segnalato da una studentessa di Infermieristica tirocinante nel reparto di Medicina interna dell'ospedale attraverso una lettera indirizzata al primario e da lei stessa pubblicata su Facebook.
Il testo della lettera di denuncia - "Una sera, verso le 20 - scrive la giovane - ho notato una certa agitazione da parte del personale. Due pazienti, senza ricevere alcuna spiegazione, sono stati spostati in stanze in cui erano presenti già altri quattro letti, mentre quella in cui si trovavano loro è rimasta vuota. Lo stato di agitazione continuava: apriamo le finestre, spruzziamo un deodorante, il nuovo letto deve essere perfetto. Il nuovo letto. Uno solo. Io non ho molta esperienza, per questo mi è sembrato naturale chiedere lumi. 'Domani arriva il senatore. Deve stare in una stanza singola, disposizioni del primario.' Di primo acchito, non ho capito molto di ciò che mi era stato comunicato. Perché mai il senatore dovrebbe stare in una stanza singola? Con la penuria di letti che abbiamo, tra l'altro?".
Il documento di denuncia continua con toni altrettanto amari: "Può anche solo lontanamente immaginare l'umiliazione che ho provato nel comunicare ai due pazienti che occupavano la stanza sgomberata per far posto al senatore che avrebbero dovuto spostarsi? 'Voi siete malati di serie B, dovete far spazio al malato di serie A.' Quel compito ingrato, me lo lasci dire, sarebbe toccato a lei, professore. Non a una studentessa che non riesce a farsi una ragione di episodi del genere. La prego, con tutto il cuore, di non lasciarmi con la sensazione amara che "tutti i pazienti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri."
La replica del Policlinico - Per ragioni di privacy, Roberta Cristofani non nomina mai il politico protagonista dell'episodio, così come non lo identifica il Policlinico romano che al quotidiano "Il Giornale" conferma il caso di favoritismo e lo giustifica così: "Non capiamo quale possa essere stato il privilegio accordato al senatore. La struttura deve farsi carico e garantire la privacy e sicurezza di tutti i pazienti ricoverati. Nessun favoritismo, ma il medesimo trattamento anche quando trattasi di personaggi pubblici incaricati di particolari funzioni".