Il presidente iracheno, Fuad Masum, ha incaricato ufficialmente l'esponente sciita Haidar al Abadi di formare il nuovo governo. Nuri Al Maliki ha accusato Masum di violazione della Costituzione per non avergli affidato il terzo incarico. Dopo la conferma del massacro di 500 yazidi da parte degli jihadisti, aumenta la pressione internazionale per un nuovo esecutivo. Obama: "Altri raid contro l'Isis. Bene incarico ad al Abadi".
Secondo Al Maliki il presidente Masum non gli avrebbe affidato per tempo l'incarico di formare il governo, nonostante le elezioni di aprile avessero visto trionfare il suo partito, il Da'wa. Così facendo e "anteponendo le diatribe personali davanti agli interessi del Paese", Masum avrebbe violato la Costituzione.
Dopo la denuncia lanciata in diretta tv, nel quartiere istituzionale di Baghdad, la cosiddetta "zona verde", si è schierato l'esercito a difesa dei palazzi del potere.
A portare la nomina di Al Abadi al posto di Al Maliki la decisione del blocco sciita del Parlamento iracheno di sceglierlo come suo candidato premier al posto del premier uscente.
Washington scarica Al Maliki: "Sostegno a Masum" - La mossa di Al Maliki non è piaciuta agli Stati Uniti preoccupati che il caos interno al Paese non faccia che avvantaggiare i jihadisti dell'Isis. Tant'è che subito dopo il discorso tenuto da Al Maliki, Washington ha scaricato il suo ormai ex alleato e ribadito il pieno appoggio al presidente Masum, auspicando che "possa creare un consenso nazionale". Dopo la nomina a premier incaricato, gli Usa si sono congratulati con Al Abadi.
Obama: altri raid contro Isis - "I nostri sforzi per aiutare la popolazione irachena continuano. I nostri aerei sono pronti a intervenire qualora dovessero minacciare la gente intrappolata". Lo ha detto il presidente Barack Obama, in conferenza stampa a Martha's Vineyard. "L'unica soluzione per gli iracheni - ha poi aggiunto elogiando la scelta di dare a Haidar al Abadi l'incarico per formare un nuovo governo - è quella di unirsi e formare un esecutivo inclusivo".
Colloquio con al Abadi - Successivamente Obama ha avuto un colloquio telefonico con il premier designato iracheno, nel corso del quale i due hanno concordato sull'importanza di formare un nuovo governo inclusivo, che rappresenti tutte le comunità, il più presto possibile. Lo riferisce la Casa Bianca. Obama si è congratulato ancora una volta con Abadi e gli ha espresso il sostegno degli Usa per la formazione di un nuovo governo, in linea con i requisiti costituzionali.
Pentagono: nel mirino checkpoint e mezzi Isis - Dopo le parole di Obama, il Pentagono ha annunciato altri raid contro i checkpoint e camion dell'Isis intorno alle montagne del Sinjar.
Monito Onu contro colpi di mano - L'inviato Onu a Baghdad, Nicolay Mladenov, ha messo in guardia le forze di sicurezza da "interferenze" nel processo "politico-democratico" del Paese. Dalle Nazioni Unite arriva poi un'esortazione al premier a "rispettare le responsabilità costituzionali del presidente della Repubblica", dopo che lo stesso Al Maliki aveva detto che avrebbe denunciato il presidente Masum proprio per una violazione delle Costituzione.
Mogherini: "Nessun intervento militare" - Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha detto a Radio Anch'io: "Stiamo valutando insieme ai principali partner europei forme più efficaci" per fermare lo Stato islamico. "Non si tratta di un intervento militare - ha precisato - ma di un sostegno, anche militare, al governo curdo".
Paracadutati aiuti per profughi in fuga - Aerei militari americani hanno paracadutato nuovi carichi di viveri e di acqua per i civili perseguitati dai jihadisti nelle zone di montagna del nord dell'Iraq. Lo ha riferito il Pentagono. Un C-17 e tre aerei cargo C-130 hanno consegnato 88 carichi di viveri destinati a fornire "cibo e acqua per migliaia di iracheni" bloccati "sui monti Sinjar" dai jihadisti dell'Isis, afferma in una nota il comando americano per il Medio Oriente.
Continua il massacro da parte dell'Isis - Sono almeno 500 gli yazidi "giustiziati" nei giorni scorsi dagli jihadisti dello Stato Islamico a Sinjar, nel nord dell'Iraq. Lo riferisce l'agenzia ufficiale egiziana Mena, aggiungendo che molte delle vittime, incluse donne e bimbi potrebbero essere state sepolte vive e che quasi 300 donne sono state rapite per essere trasformate in schiave. 20mila delle almeno 40mila persone della minoranza degli Yazidi intrappolate da giorni sui monti di Sinjar sarebbero riuscite a fuggire. Sabato i combattenti curdi avevano annunciato di aver aperto un primo corridoio come via di fuga.