UNA CARRIERA TRA CABARET E CINEMA

Gli 80 anni di Renato Pozzetto: comicità straniante e nonsense dell'eterno "ragazzo di campagna"

Dagli sketch e le canzoni con Cochi Ponzoni, fino al successo al cinema in cui si è imposto come big della commedia italiana

Comicità surreale, mimica facciale disorientata, tormentoni. Sono le caratteristiche che hanno segnato gli oltre cinquant'anni di carriera di Renato Pozzetto, che è passato dalle traiettorie della televisione, che l’ha reso famoso in duo con Cochi, a quelle del cinema in cui è diventato uno dei maggiori mattatori della commedia italiana con oltre 60 film. Il 14 luglio festeggia 80 anni tondi, ma per gli italiani resterà sempre quel “ragazzo di campagna” dall’aria po’ ingenua e goffa, con la testa fra le nuvole ma con i piedi ben piantati a terra.

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Nato a Laveno nel 1940, cresciuto a Gemonio, lì vicino, dove i genitori milanesi trovano rifugio durante i bombardamenti alleati, Renato Pozzetto approda a Milano dopo la fine della guerra. Qui ritrova sui banchi di scuola Aurelio "Cochi" Ponzoni (anche lui cresciuto a Gemonio) e lo trascina nelle prime esperienze da cabaret. Insieme con Enzo Jannacci, Felice Andreasi, Bruno Lauzi e Lino Toffolo si riuniscono nel "Gruppo Motore" con cui approdano al mitico Derby di Milano.

Tra battute, tormentoni, tic, Cochi e Renato fanno il grande salto approdando sul piccolo schermo, prima a "Quelli della domenica" e poi a "Il buono e il cattivo" e "Canzonissima" (loro la sigla storica "E la vita, la vita), diventando autentici fenomeni di costume della tv del tempo anche grazie al sodalizio con Enzo Iannacci che li portò a fondere per primi le suggestioni della musica con quelle della risata (da "La canzone intelligente" a "La gallina").

A Pozzetto si aprono aprono le porte del cinema quando Flavio Mogherini gli offre il ruolo del protagonista in "Per amare Ofelia" a fianco di Giovanna Ralli e Françoise Fabian. La parte è tagliata su misura per lui. Quella del protagonista diventa rapidamente una maschera che Pozzetto indosserà a più riprese e con mille varianti. Da lì proseguirà la carriera da solista diretto da registi affermati (Steno, Risi, Corbucci, Bolognini, Festa Campanile), recitando in oltre 60 lungometraggi, facendo coppia con tutti i maggiori attori della commedia all'italiana, come Adriano Celentano, Paolo Villaggio, Christian De Sica, Enrico Montesano, Carlo Verdone e con attrici affermate come Gloria Guida, Claudia Cardinale, Ornella Muti.

Tra i suoi titoli più famosi "La patata bollente" (1979), "Mia moglie è una strega" (1980), "La casa stregata" (1982) "Il ragazzo di campagna" (1984), "Lui è peggio di me" (1985), "Grandi magazzini" (1986), "7 chili in 7 giorni" (1987), "Le comiche" (1990).

Nel 1967 ha sposato Brunella Gubler che gli ha dato due figli e lo lascerà vedovo nel 2009. I diversi percorsi artistici lo tengono a lungo lontano dall'amico di un tempo, Cochi Ponzoni, che ha scelto il teatro e al cinema si concede poco. Poi, dopo qualche anno di pausa, i due si riuniscono tra tv e teatro continuando a rinverdire i successi del passato.