Quello di Colombotto Rosso e Leonor Fini è un sodalizio particolare, artistico, umano, creativo e intellettuale. Questo connubio ha spinto, su idea di Davide Becchio con il supporto scientifico del critico d'arte Giorgia Cassini, in collaborazione con Gaetano Giacomelli e Elisabeth Cornetto, a scandagliare le vacanze d'artista come fucina di idee.
L'estate, il mare, l'ebrezza della libertà, le albe luminose e le notti stellate.
Due straordinari artisti: Leonor, donna bellissima, affascinante, intellettuale, scrittrice e ricca di frequentazioni amicali con i più grandi del secolo. Artista di grandissimo talento, dotata di una finissima tecnica, sempre comunque libera dai vincoli dei movimenti pur attraversati come il surrealistmo. Ives Bonnefoy diceva che la sua era una “pittura ai limiti del nostro tempo, un poco alchemica, per la frequentazione di figure misteriose che però purificano lo sguardo" o per dirla con Jean Cocteau di un “soprannaturale che era per lei reale”. Quadri "fatti di vertigine, ... vuoto all'inverso popolato di esseri favolosi, chimerici, ma depurati da ogni cosa pericolosa" per Max Ernst. L'Italienne de Paris rifuggiva ogni classificazione. La sua creatività si realizzava anche negli arredi, nei vestiti per l'opera, il teatro e financo nei balli in maschera. Per George Balanchine, Albert Camus, Jean Genet e Giorgio Strehler realizzerà numerose scenografie. Grande amante dei gatti (ne avrà 17 nella sua dimora parigina), del bello e del ricercato. Usava il suo corpo come opera d'arte e quindi anche nella sua sessualità era illimitata. La chiamavano "splendida diavolessa", per Marx Ernst era "la Furia italiana di Parigi", per Picasso la donna preferita, turbò anche Salvador Dalì, Man Ray, Alberto Giacometti, René Magritte, Paul Eluard, George Bataille, Henri Cartier-Bresson e André Pieyre de Mandiargues. Alla "sacerdotessa nera" Gabriel Poumerand dedicò un film: "Leggenda crudele".
Affascinata dalla sua stessa bellezza, nonostante una vitalità illimitata, il suo io era sempre in bilico tra eros e thanatos. Un doppio che l'ha sempre accompagnata assieme al misterioso e contrastante legame con il padre.
Il ricordo che ho di lei, quando nel 1969, venuta per il San Giusto d'Oro, è stata ospite nella nostra casa sul Carso a Gabrovizza (TS) con lo scultore Marcello Mascherini, è di una donna estremamente affascinante quanto Greta Garbo e intellettualmente vivacissima.
La sua vita si concluderà a Parigi, nel 1996.
"Oh cara Leonor
mio bel gufo incantato
dove ti posi
l'aria diventa oro"
Elsa Morante
Enrico, pittore anche lui, coglie e sublima in fotografia quel periodo felice trascorso in Corsica nel lontano 1956.
"Ed è proprio Enrico Colombotto Rosso, pittore, testimone e confidente di Leonor Fini – come racconta Giorgia Cassini, autrice del testo critico biografico sul catalogo - a documentare, attraverso una straordinaria ed inedita raccolta fotografica, i momenti felici trascorsi sull'isola, il gusto per il deguisement che al contempo ben evidenzia la tendenza camaleontica della sua arte. Un ritratto intimo che descrive la bellezza della protagonista femminile e il suo carattere indipendente, una mostra che ne narra la storia attraverso un ricco repertorio di fotografie, neal primo anniversario della scomparsa del grande Maestro torinese che ha eternato in una straordinaria raccolta fotografica le immagini di quei momenti felici, documentando uno spaccato di spumeggiante creatività, di feste, di esplorazioni dell'entroterra, di incontri magici e di coincidenze irripetibili".
Molte delle 54 fotografie, della Fondazione Enrico Colombotto Rosso, vengono presentate al pubblico francese per la prima volta.
“Vacances d'artistes". 1956, Leonor Fini à Nonza
5 luglio - 14 settembre
Info: tel 0495310912 - www.musee-bastia.com
Palais des gouverneurs
Musée de Bastia
Place du donjon
La Citadelle
20200 BASTIA
Corsica (FR)