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Le donne turche sfidano il vicepremier bacchettone a colpi di selfie e risate

Il politico conservatore ha replicato: "Sono i sorrisi falsi di chi va in vacanza con l'amante e lascia il marito a casa"

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Questa storia di selfie e social network comincia due giorni fa quando il vicepremier turco Bulent Arinç aveva affermato che "la donna sa ciò che è peccaminoso e non deve ridere in pubblico". La reazione delle donne delle Mezzaluna non si è fatta attendere: hanno preso in mano lo smartphone e hanno "sparato" contro il politico conservatore quasi 300mila tweet, tutti con selfie nei quali sorridono apertamente. La protesta ha viaggiato sotto i due hashtag #kahkaha, ossia ridere, e #direnkahkaha cioè resistere e ridere. Presto il movimento online è stato abbracciato lontano da Ankara e molte altre donne hanno dimostrato solidarietà alle colleghe turche da tutti gli angoli del pianeta. Da Arinç - da tempo vicino agli ambienti più devoti del Paese - è arrivato un chiarimento : "Le mie parole sono state estrapolate da un contesto più ampio. Parlavo dell'importanza della castità, dei comportamenti opportuni per le donne e gli uomini, della fedeltà reciproca fra coniugi e non mi rimangio le mie tesi". Ha poi aggiunto: "Ci sono alcuni artisti che mi hanno mandato le loro foto con risate false. Un sorriso vero riscatta una persona, ma questi sono sorrisi artificiali. Sono sorrisi di gente che va in vacanza con l'amante, lasciando il marito a casa".

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