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Libia, i miliziani islamisti avanzanoMigliaia di civili in fuga dal Paese

Mentre continuano i combattimenti tra fazioni rivali, prosegue l'esodo di diplomatici occidentali dal Paese. Almeno 75 le persone uccise in 48 ore. Una carneficina nella base a Bengasi

-afp

Il quartier generale delle Forze speciali dell'esercito libico, principale base militare di Bengasi, è caduta in mano dei gruppi islamisti dopo giorni di sanguinosi combattimenti. Il "Consiglio della Shura dei rivoluzionari di Bengasi", alleanza di gruppi islamisti e jihadisti, ha annunciato in un comunicato di aver preso il controllo della struttura.

Sono almeno 5-6mila le persone che ogni giorno scappano dalla Libia e cercano rifugio nella vicina Tunisia. Ma il flusso umano che si preannuncia nei prossimi giorni potrebbe essere interrotto visto che le autorità di Tunisi stanno pensando alla chiusura delle frontiere: "Non siamo in grado di ricevere tutte queste persone", ha detto il ministro degli Esteri Mongi Hamdi.

In 48 ore almeno 75 morti - "Sono almeno 50" i cadaveri trovati nella base delle Forze speciali libiche conquistata dai miliziani islamici a Bengasi dopo 48 di battaglia. Lo riferiscono fonti mediche citate dai media internazionali. Altri 25 cadaveri di persone uccise negli scontri sono stati portati negli obitori degli ospedali.

Gli stranieri rimpatriano - E mentre nel Paese proseguono i sanguinosi combattimenti tra fazioni rivali, la Libia rimane sempre più sola con i suoi depositi di carburante in fiamme e con il continuo esodo di diplomatici e occidentali in genere. Martedì sono stati francesi, canadesi, serbi, portoghesi e bulgari a lasciare il Paese, e tutti i cittadini d'Oltralpe attualmente in Libia "sono stati invitati a lasciare il Paese ed entrare al più presto in contatto con l'ambasciata a Tripoli a tale scopo", ha ribadito il portavoce del ministero degli Esteri francese.

E mentre tutte le cancellerie, nell'ordinare l'evacuazione, fanno riferimento alla situazione imprevedibile della sicurezza e ai combattimenti per il controllo dell'aeroporto di Tripoli e nel resto del Paese, l'ambasciata d'Italia resta aperta per "assicurare il massimo impegno a tutela della collettività e degli interessi italiani in Libia", fa sapere la Farnesina.

Così il nostro ambasciatore Giuseppe Buccino resta a presidiare la sede diplomatica. "Il lavoro che noi facciamo, decidendo con coraggio di rimanere - ribadisce il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli - è di fare da hub per le altre ambasciate che stanno transitoriamente chiudendo. E' una transizione pericolosa per tutti, ma se c'è un Paese che non si può permettere di far finta di nulla e girarsi dall'altra parte, questo è l'Italia".

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