In Senato continua la battaglia sulle riforme, e per sbloccare la situazione Vannino Chiti, Pd, propone una mediazione: ridurre gli emendamenti e "concentrare il confronto attorno a grandi temi", per votare poi a settembre. Ma per il capogruppo Pd, Luigi Zanda, "chi ha presentato 6mila emendamenti non ha detto di volerli ridurre", per cui è meglio lavorare "secondo il calendario stabilito". E Grasso convoca la capigruppo per discutere nel merito.
I lavori dell'Aula sono dunque sospesi fino al termine della riunione, richiesta anche da Loredana De Petris di Sel secondo la quale l'incontro può essere "utile per avere la possibilità di capire se c'è l'intenzione di fare davvero un lavoro nel merito che porti a risultati apprezzabili".
Sulla mediazione di Chiti è intervenuto anche il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, che ha spiegato come "il governo, come sempre, è disponibile a trovare ulteriori punti di incontro" per cambiare il ddl costituzionale ma "non può sottostare a un ricatto ostruzionista, per questo avevo visto come favorevole la proposta di Chiti". Il ministro sottolinea però che "probabilmente non su tutto sarà possibile trovare un punto di incontro tra maggioranza e opposizione, ma non è pensabile che sia una minoranza che afferma le proprie ragioni a scapito della maggioranza".
Grasso propone mediazione: "Avanti accantonando i nodi" - Accantonare i nodi più spinosi (composizione, elezione e competenze del Senato) e iniziare l'esame del ddl costituzionale dall'articolo 3, sui senatori di nomina presidenziale. E' la proposta di mediazione avanzata dal presidente Pietro Grasso nel corso della capigruppo, per dare tempo a mediazione sugli articoli 1 e 2 del testo.
No del governo alla proposta di Grasso - Il governo dice no alla proposta di mediazione del presidente Pietro Grasso di iniziare a votare il ddl costituzionale dall'articolo 3: "La logica è sequenziale, prima gli articoli 1 e 2". Lo dice il sottosegretario Luciano Pizzetti ai cronisti a Palazzo Madama.
Sel: "Non ritiriamo gli emendamenti, basta ricatti" - Quello di Sel "non è un ricatto: il ricatto è di chi ci dice 'smettete di fare opposizione e forse vi concediamo qualcosa'". Lo ha detto Nicola Fratoianni di Sinistra Ecologia e Libertà. "Siamo pronti a qualsiasi passo in avanti" sulle riforme, purché "il dibattito riparta da modalità e linguaggio totalmente diversi". Ma la richiesta di ritirare gli emendamenti "non è ricevibile".