Le esigenze degli adolescenti di oggi sono completamente diverse da quelle degli adolescenti di vent'anni fa e spesso i genitori non possono (o non vogliono per motivi educativi) far fronte a tutte le richieste del proprio figlio che si confronta con gli altri suoi coetanei e, se non in possesso di alcuni beni, si sente fuori dal gruppo. Quando i no da parte dei genitori cominciano a essere molti, è il momento in cui il ragazzo potrebbe cominciare a pensare di guadagnarsi da sé qualche soldo per esaudire qualche piccolo desiderio.
Innanzitutto sarebbe bene che i genitori spiegassero al figlio l'importanza di ogni lavoro e dello svolgere con passione e dedizione ogni tipo di attività che si prova a intraprendere, le gerarchie e il rispetto. Per il resto è importantissimo informarsi su come tutelare il minore e su cosa prevede la legge 296/2006 e la direttiva 94/33 della Comunità Europea che regolamentano il lavoro minorile.
Innanzitutto occorre che il minore abbia compiuto 16 anni, che sia in regola con l'obbligo scolastico e che venga presentata al datore di lavoro un'autorizzazione dei genitori (anche verbale) che firmano il contratto di lavoro dopo averlo letto.
La legge in materia sulla sicurezza del lavoro prevede che un minore debba essere sottoposto a visita medica prima di iniziare una qualsiasi collaborazione regolamentata da un contratto a tempo determinato. La retribuzione, spesso motivazione principale della scelta, non viene stabilita in base all'età, ma alle mansioni e all'orario di lavoro quotidiano.
In ultimo, importante è che sia chiaro e limpido che il ragazzo che cerca lavoro, non deve mai pagare nessuno per trovarlo. Né agenzie né terzi. Spesso è sufficiente fare un giro delle strutture alberghiere, dei ristoranti o degli stabilimenti balneari, per dimostrare la voglia di fare ed esporre le proprie competenze.