“La pubblicità è fondamentalmente un modo per convincere. E convincere non è una scienza. Convincere è un'arte”. Così Bill Bernbach, il genio che ha rivoluzionato la pubblicità negli anni Cinquanta, scriveva nella lettera di dimissioni dalla agenzia pubblicitaria Grey Advertising. "Mi dispiace vedere che ormai adoriamo sempre più la tecnica e non i contenuti. Io non voglio scienziati. Io non voglio gente che faccia la cosa giusta. Io voglio gente che faccia cose ispirate".
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© web|Lemon, cioè bidone, catorcio. Un esempio del negative approach della campagna, che sembrava sistematicamente sminuire il prodotto tramite la tecnica dell'autodenigrazione
© web|La réclame di Ohrbach:"Siamo spiacenti di informarti che il tuo materiale scolastico è pronto da Ohrbach"
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© web|Un annuncio della Ddb rivolto al mondo dei pubblicitari. "Dobbiamo dire la verità" dice "se ricorreremo a trucchetti, falliremo".
© web|L'immagine per pubblicizzare la compagnia aerea israeliana EL AL è una mamma che descrive le qualità del suo figliolo pilota. 1963
© web|"Mi fa essere me stessa". Sintetico ed efficace. Il prodotto pubblicizzato è una tintura per capelli.
© web|"Noi di Avis siamo solo i numeri due nel noleggio dell'auto. Allora perché venire da noi? Perché ci mettiamo più impegno. Quando non sei il numero uno, devi farlo".
© web|Altra campagna per Avis, noleggio auto:"I pesci piccoli devono stare attenti per non essere mangiati dai grandi. Per questo ci impegniamo di più".
© web|Negli anni del boom economico, fa scandalo invitando all'essenzialità. Secondo Ad Age, il più autorevole periodico statunitense sulla pubblicità, l'annuncio pubblicitario più importante del Novecento. 1959
© web|" Il nome del prodotto era Levy's Rye Bread. Io ho detto:"Mettiamoci la parola Jewish". Il cliente ha detto:"Non facciamolo. La gente potrebbe essere antisemita e non apprezzare". Io ho risposto:"Per amor di Dio, il vostro nome è Levy. Nessuno penserà niente di diverso". "
© web|"Era la sola cosa da fare dopo la morte del mulo".
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© web|Lemon, cioè bidone, catorcio. Un esempio del negative approach della campagna, che sembrava sistematicamente sminuire il prodotto tramite la tecnica dell'autodenigrazione
© web|La réclame di Ohrbach:"Siamo spiacenti di informarti che il tuo materiale scolastico è pronto da Ohrbach"
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© web|Un annuncio della Ddb rivolto al mondo dei pubblicitari. "Dobbiamo dire la verità" dice "se ricorreremo a trucchetti, falliremo".
© web|L'immagine per pubblicizzare la compagnia aerea israeliana EL AL è una mamma che descrive le qualità del suo figliolo pilota. 1963
© web|"Mi fa essere me stessa". Sintetico ed efficace. Il prodotto pubblicizzato è una tintura per capelli.
© web|"Noi di Avis siamo solo i numeri due nel noleggio dell'auto. Allora perché venire da noi? Perché ci mettiamo più impegno. Quando non sei il numero uno, devi farlo".
© web|Altra campagna per Avis, noleggio auto:"I pesci piccoli devono stare attenti per non essere mangiati dai grandi. Per questo ci impegniamo di più".
© web|Negli anni del boom economico, fa scandalo invitando all'essenzialità. Secondo Ad Age, il più autorevole periodico statunitense sulla pubblicità, l'annuncio pubblicitario più importante del Novecento. 1959
© web|" Il nome del prodotto era Levy's Rye Bread. Io ho detto:"Mettiamoci la parola Jewish". Il cliente ha detto:"Non facciamolo. La gente potrebbe essere antisemita e non apprezzare". Io ho risposto:"Per amor di Dio, il vostro nome è Levy. Nessuno penserà niente di diverso". "
© web|"Era la sola cosa da fare dopo la morte del mulo".
Il primo giugno 1949 Bernbach, ribellandosi al modo di fare pubblicità dei tecnici (definiti medecine men, stregoni), che sacrificavano la scintilla creativa in nome dei calcoli dei mercati, fondava la Doyle Dane Bernbach, la sua agenzia, in Madison Avenue, la strada di New York dove avevano sede le agenzie pubblicitarie più influenti del mondo. La Ddb, che in molti dissero votata a un sicuro fallimento per la concorrenza dei colossi del settore, era invece destinata a un duraturo successo e soprattutto a rivelare il suo talento: con il “pubblicitario umanista” l'advertising abbandona la propaganda dei “matematici” per applicarsi “a una profonda conoscenza dell'animo umano”, cioè per conversare con il suo pubblico.
Facendo della verità un'invincibile arma retorica, condita con un po' di sagace umorismo, Bernbach ha creato le campagne pubblicitarie più famose della storia. Si pensi al bambino imbronciato con l'headline che recita: “Siamo spiacenti di informarti che il tuo materiale scolastico è pronto da Orhbach”. Oppure quella di una coppia di contadini in posa davanti a un maggiolino Volkswagen, col titolo che dice: “Era la sola cosa che potevamo fare dopo la morte del mulo”.
Ma Bernbach ha lasciato un'importante eredità al mondo della comunicazione nel suo complesso. Sì, perché il suo messaggio è stato così potente da valicare i confini dei supermercati, per farsi portatore di un discorso più ampio: “Ho visto troppe buone cause fallire per carenza di competenza nella comunicazione e troppe cause cattive avere successo per avere tale competenza in gran quantità. Tutti quelli tra noi che professionalmente usano i mass media sono i formatori di questa società. Possiamo volgarizzarla. Possiamo brutalizzarla. O possiamo aiutarla a raggiungere un livello più alto”, scriveva nel 1980.
Parole lungimiranti, che hanno la forza di un testamento. E che sicuramente sarebbero comparse in un libro che non ha fatto in tempo a scrivere prima di morire. Da qui l'idea di un tributo al mad man, da parte di un pubblicitario italiano, Giuseppe Mazza, che ha raccolto i suoi scritti in un libro (Franco Angeli editore, 16 euro). Dal mondo della comunicazione, Bernbach è andato ben oltre, con un salto nel cuore della democrazia moderna, ovvero la costruzione del consenso. “Il mondo è progredito fino al punto che l'opinione pubblica è la sua forza più potente. Dobbiamo allearci con le grandi idee e portarle al grande pubblico. Non dobbiamo solamente credere in quello che vendiamo. Dobbiamo vendere ciò in cui crediamo".