Sono stati fermati per tentato omicidio Pasquale Cipriano di 60 anni, vigilante privato, e il figlio Cesare di 21 anni, ritenuti responsabili del ferimento domenica pomeriggio dei due africani gambizzati a Castel Volturno. L'episodio ha scatenato la rivolta di un centinaio di immigrati, amici dei due, con varie auto e un appartamento dati alle fiamme. Le due vittime: "Nessun furto, solo odio dietro l'aggressione".
Il racconto di una delle vittime - "Ero in bicicletta a Pescopagano e avevo una bombola sulle spalle. Improvvisamente mi si è affiancato un vigilante con l'auto: era un ragazzo. Lui mi ha chiesto dove aveva preso la bombola e se l'avessi rubata, gli ho risposto di no, che era mia, ma lui mi ha aggredito. A quel punto è intervenuto un connazionale che passava di lì e mi ha dato una mano. C'è stato un litigio, sono volati degli schiaffi poi però la cosa sembrava finita lì. Invece, dopo pochi minuti, il giovane è tornato insieme al padre con una pistola e hanno fatto fuoco". E' il racconto di una delle due vittime dell'aggressione di domenica sera.
Non è la prima volta che, a Castel Volturno, la diffidenza e l'astio verso gli immigrati causa simili episodi: "Già sette mesi fa, al seguito del ferimento di un altro immigrato, denunciammo che spesso la vigilanza privata a Castel Volturno usa le armi contro gli immigrati - ha scritto in una nota il Movimento dei Migranti e dei Rifiugiati del centro Ex Canapificio -. Ancora una volta gli immigrati sono vittime della camorra e di atteggiamenti camorristici. Siamo intervenuti fin da subito per interloquire con le forze dell'ordine e le istituzioni e per calmare i ragazzi. E' importante che lo Stato faccia sentire la presenza riconoscendo a questi ragazzi vittime di camorra il permesso di soggiorno per motivi umanitari".
Il sindaco: "Qui lo Stato non c'è" - La presenza dello Stato, però, da quelle parti, sembra passare del tutto inosservata, come si evince dalle parole del sindaco di Castel Volturno: "In un territorio così vasto, le forze dell'ordine non hanno alcun potere di controllo, come si è visto domenica sera, perché sono in numero troppo esiguo. Qui non c'è alcuna percezione dello Stato semplicemente perché lo Stato non c'è", ha detto Dimitri Russo all'indomani della notte di fiamme e paura in località Pescopagano.
"Il fragile equilibrio tra italiani e immigrati a Castel Volturno si sta spezzando. Qui c'è una bomba sociale pronta ad esplodere", ha aggiunto il primo cittadino.
Anche gli italiani in rivolta: "Siamo abbandonati" - Blocco stradale sulla Domiziana nei pressi dello svincolo di Pescopagano, da parte dei residenti della zona che si dicono "abbandonati". Pesanti i disagi sulla circolazione in entrambi i sensi di marcia. "Ci sentiamo abbandonati - dice la titolare di un negozio -, in una vera e propria terra di nessuno". Il forte malumore dei cittadini non è rivolto in modo generalizzato a tutti gli immigrati: "Questa non è una terra razzista, non lo è mai stata - sottolinea Alfonso, pensionato che vive da sempre a Pescopagano -. Quelli che sono in regola, muniti di permesso di soggiorno, e che vogliono lavorare onestamente sono i benvenuti. Ma i tanti immigrati che sfruttano la prostituzione o spacciano droga, perché non vengono arrestati e rimandati a casa?".
Sit-in degli extracomunitari: "Non siamo bestie" - Anche gli immigrati continuano la loro protesta con un sit-in nel centro di Pescopagano. Gli extracomunitari hanno occupato una strada e rovesciato cassonetti di rifiuti. "Non vogliamo essere criminalizzati, ieri sera due italiani hanno sparato contro due africani senza nessun motivo. Ma noi non siamo bestie".
Alfano: "Non possiamo accogliere tutti" - Anche il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha commentato i fatti di Castel Volturno: "'Italia è un Paese accogliente ma certo non può accogliere tutti", ha detto il titolare del Viminale a margine della Summer School di Sorrento.