Acquisire nuovamente le proprie abilità motorie giocando nella realtà virtuale. Grazie all'Oculus Rift - display che si indossa come una maschera da sci - e a Kinect - dispositivo sensibile al movimento del corpo umano. Questa l'innovazione medica testata a Costa Masnaga, in provincia di Lecco, presso il centro di riabilitazione Villa Beretta dell'Ospedale Valduce. Un passo avanti nella medicina hi-tech di cui si è parlato al convegno "Futuro della sanità" organizzato da ab medica.
Supporto per diverse patologie - Al momento i test sono in corso su cento pazienti, la riabilitazione può diventare un gioco che aiuta chi ha diversi problemi: "I pazienti affetti da patologie neurologiche come Parkinson, sclerosi multipla e postumi da ictus possono riacquisire le proprie abilità motorie accedendo alla realtà virtuale – spiega Franco Molteni, primario del centro di riabilitazione, a Tgcom24 - Inoltre, può costituire uno stimolo dell'attenzione nelle fasi iniziali di Alzheimer e demenza".
Ambienti personalizzati - Diversi gli scenari in cui i pazienti potranno muoversi, come illustrato da Molteni: "Si possono creare sia ambienti domestici che esterni. In base alle necessità della persona in cura, potranno essere arricchiti o semplificati. In qualche caso, infatti, arricchire con suoni o altri elementi può aiutare lo scenario più stimolante, mentre in altri casi, è più conveniente semplificare per evitare distrazioni".
Iperstimolazione - Uno dei vantaggi è l'iperstimolazione, l'ambiente fornisce sollecitazioni mulrisensoriali: visive, uditive e tattili. Queste inducono alla pianificazione e all'esecuzione del movimento e l'interazione produce un feedback. Come specifica Molteni: "Il paziente si muove e produce dei suoni e interagisce con oggetti che possono essere comuni come un bicchiere o una bottiglia ma anche più particolari. Nel caso di un paziente con la passione per la musica, si possono inserire strumenti con cui è possibile suonare".
Si potrà continuare la riabilitazione a casa - I risultati si possono osservare dopo un trattamento di qualche mese ma , secondo Molteni, "questo tipo di stimolazione è importante quanto un farmaco". Inoltre, dopo una prima fase monitorata da personale medico, i pazienti potrebbero utilizzare i "gioiellini" ad alta tecnologia anche da casa, visto che possono essere facilmente trasportati.