Convalidato l'arresto a Gianluca Grignani per violenza e resistenza a pubblico ufficiale che però torna libero e avrà l'obbligo di firma 3 volte a settimana. Il cantautore sarà processato il 16 settembre. Intanto l'artista risponde su Facebook dando la sua versione dei fatti: "Ero in ansia, ho bevuto, forse è volata qualche spinta, mi ha assistito un amico e pagherò le conseguenze".
Il difensore ha chiesto i termini per la difesa quindi il giudice (oltre a ritenere legittimo l'arresto) ha stabilito, appunto, l'obbligo di firma per Grignani tre volte la settimana in attesa del processo fissato per settembre. Camicia bianca, jeans e stivali da rocker, capelli legati in una coda, Gianluca Grignani è arrivato intorno alle 9.30 in tribunale a Rimini scortato dai carabinieri. Nei corridoi del tribunale molti curiosi in attesa di vedere il cantautore uscire dall'aula.
A fine udienza Grignani è uscito ma senza fermarsi a parlare. Al giudice però avrebbe manifestato pentimento chiedendo scusa. I due carabinieri che sono intervenuti sabato sera e che sarebbero stati colpiti dal cantante, si costituiranno parte si costituiranno parte civile.
"State leggendo un sacco di cose, e le state commentando, e per quanto vi garantisco che non ci si abitua mai ai giudizi sommari e a certe cattiverie gratuite, - scrive Gianluca sulla pagina Facebook - è giusto e normale che sia così. E lo accetto. Non lo scoprite oggi e non ve lo devo raccontare che non sono una persona facile. E non lo sono né per me, né per chi mi sta intorno. Ma tant'è. Non mi nascondo, credo di non averlo mai fatto (e credo ve ne siate accorti negli anni). Né tantomeno ho mai pensato di aver qualcosa da insegnare a qualcuno, né ho mai pensato di poter essere d'esempio per chicchessia".
Poi fornisce la sua versione dei fatti: "Detto ciò. Non sono in questura né in ospedale, ma a casa con Francesca e i bimbi. Ieri ho avuto una giornata difficile. Brutta. Si, perché capita anche a noi privilegiati, quelli per intenderci baciati dalla fortuna e dal successo, quelli che non sono costretti ad alzarsi tutte le mattine all'alba per andare a lavorare e tutto quello che meglio vi viene da pensare. Ero stanco, nervoso, ansioso, mi è venuto un attacco di panico, ho avuto paura, e ho perso il controllo".
Ed entra nello specifico: "Non ce l'avevo con nessuno, non ho alzato le mani su nessuno, stavo male, ho bevuto, quando Francesca ha capito la situazione si è allontanata con i bimbi e ad assistermi è rimasto un mio amico. Mi mancava l'aria, mi mancava tutto, avevo evidentemente bisogno d'aiuto e abbiamo chiamato i carabinieri. Non ho buttato nessun rappresentante dell'Arma giù dalle scale, non ho aggredito nessuno, ma ero in stato confusionale e caricarmi sull'auto non è stato semplice e probabilmente è volata qualche spinta".
Infine l'assunzione delle proprie responsabilità e le scuse all'Arma dei carabinieri: "Affronterò tutto questo esattamente per quello che dev'essere, e ne pagherò le conseguenze. Su tutto voglio scusarmi con i Carabinieri intervenuti sul posto, e con chi ieri sera se l'è dovuta vedere col peggio di me. Che c'è, è sempre li, da doverci fare i conti tutti i giorni. E a volte esagera".