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Scajola, Chiara Rizzo ai domiciliari

La moglie di Matacena, coinvolta nell'inchiesta sul presunto favoreggiamento della latitanza del marito, lascia il carcere. Da Dubai parla lo stesso Matacena: "L'operazione in Libano è stata gestita da Scajola, assurdo mandare mia moglie in cella"

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Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena, coinvolta nell'inchiesta sul presunto favoreggiamento della latitanza del marito nell'ambito della quale è stato arrestato anche l'ex ministro Claudio Scajola, è stata scarcerata. Lo ha deciso il gip Olga Tarzia, che ha disposto i domiciliari accogliendo l'ultima istanza dei legali della Rizzo, Bonaventura Candido e Carlo Biondi. La donna era detenuta da maggio nel carcere reggino di Arghillà.

"Siamo contenti che il giudice abbia riconosciuto che il nuovo decreto legge del 28 giugno sulla custodia cautelare in carcere, che era già in vigore al momento dell'ultimo rigetto, fosse applicabile anche a Chiara Rizzo, che ha subito, a nostro avviso, un lungo ed ingiustificato periodo di custodia cautelare in carcere". Così i difensori della donna, gli avvocati Carlo Biondi e Bonaventura Candido.

"La misura disposta dal gip - hanno aggiunto i legali - consentirà, soprattutto, il riavvicinamento di Chiara Rizzo ai due figli, dai quali è lontana da oltre due mesi". La moglie di Amedeo Matacena era stata arrestata dalla Dia l'11 maggio nell'aeroporto di Nizza dopo il suo rientro dall'estero.


Matacena: Scajola ha gestito operazione Libano - "Quello che sembra l'attore ed il gestore dell'operazione Libano è Scajola al quale mia moglie aveva chiesto aiuto". E' l'accusa che via Skype da Dubai Amedeo Matacena ha lanciato contro l'ex ministro. "E' lui - ha aggiunto - che ha proposto e gestito l'operazione. Quindi mandare lui ai domiciliari e tenere mia moglie in carcere è stato davvero assurdo".