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Canova: "Noi e le storie sentimentali a metà, un po' grigie, un po' notturne"

La band si confessa a "Space Scout" di Tgcom24

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Canova sono quattro ragazzi poco più che ventenni, Matteo Mobrici (chitarra, voce), Federico Laidlaw (basso), Gabriele Prina (batteria) e Fabio Brando (chitarra), e propongono il loro singolo di esordio "Expo". Un progetto tra brit e cantautorato italiano che anticipa l'album di esordio, previsto per l'autunno.

Come e quando nascono i Canova?
Siamo cresciuti insieme. Passata la spensieratezza dei pre 20 anni, con le idee un po' più chiare, ci siamo incontrati ed è partito tutto. Abbiamo fatto delle esperienze in altri progetti e poi, una sera, davanti a delle birre, abbiamo organizzato una prova in saletta nella mattina successiva, giusto così per divertirci. E da lì, eccoci!

Perché avete scelto questo nome?

Erano giorni in cui avevamo l'angoscia di doverci e volerci dare un nome. Ci proponevamo dei nomi orrendi, da doversi nascondere. Poi, un giorno, un cartellone in giro per Milano, pubblicizzava una mostra su Antonio Canova. Lì abbiamo capito cos'è il colpo di fulmine, una sensazione strana alla pancia che ti fa capire qualcosa. Nel giro di 3 secondi avevamo capito di averlo trovato.

Come nasce il brano Expo e cosa volete comunicare?

Il brano nasce di getto, in pochi minuti. E' un tipo di brano che potrebbe avere 20 strofe, perchè ci sarebbe troppo da raccontare in merito a situazioni del genere. Sono quelle storie sentimentali a metà, un po' grigie, un po' notturne. In realtà non vogliamo comunicare nulla, raccontiamo quello che viviamo, che esistono questo tipo di storie, e sono anche belle così, senza dover per forza impegnarsi seriamente.

State già preparando un disco?
Intanto 'Expo' è un singolo che ci convince molto, volevamo capire com'è avere la testa fuori dalla sala prove. Sì, sul disco ci stiamo lavorando. Stiamo scrivendo canzoni, come sempre del resto. Non abbiamo fretta perchè vogliamo fare le cose per bene. Proporre belle canzoni ed essere credibili son gli aspetti che ci interessano di più.

Tenterete la carta di Sanremo Giovani?
Se avremo un brano forte sicuramente sì. Il Festival di Sanremo è una vetrina importantissima, forse l'unica al di fuori dei talent, e si parla di inediti e di live sopratutto. E' un sogno quello di potersi esibire su un palco così; la gara di per sè ci interessa poco, anche perchè vorremmo arrivare ultimi nel caso. La cosa più allettante sarebbe quella di potersi proporre a un pubblico molto vasto e lasciare qualcosa di nostro anche in contesto del genere. Non siamo di quelli che snobbano Sanremo, anzi evviva Sanremo!

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