Sono mature e responsabili, ma devono compiere un percorso di recupero attraverso i servizi sociali. Se al termine l'esito sarà positivo riprenderanno la loro vita, altrimenti subiranno il processo che ora viene sospeso. Lo ha deciso il Tribunale dei minori di Trieste per le due ragazze accusate dell'omicidio di Mirko Sacher, il pensionato ucciso, nell'aprile del 2013, nella periferia di Udine.
Il giudice ha dato ordine ai servizi sociali di predisporre entro il 23 ottobre, data a cui è stato rinviato il processo, un programma dettagliato per la messa alla prova, ovvero per l'affidamento delle ragazzine ai servizi minorili per lo svolgimento di un percorso di crescita e affiancamento educativo e psicologico. Il processo rimarrà sospeso fino al termine del programma. Poi verrà fissata una nuova udienza in cui, se il percorso delle ragazze sarà giudicato positivamente, il reato potrà essere dichiarato estinto.
La richiesta di messa alla prova era stata avanzata dallo stesso pm Chiara De Grassi, in considerazione della loro giovane età e del comportamento processuale tenuto nei mesi successivi al delitto. In subordine, in caso di mancata ammissione alla prova, ritenendo le ragazze responsabili dell'omicidio e pienamente capaci di intendere e volere, aveva chiesto una condanna a 7 anni di reclusione ciascuna.
Le adolescenti, presenti in aula, hanno accolto positivamente la decisione del giudice. Anche i loro avvocati avevano chiesto la messa alla prova nel caso non fossero state accolte le loro istanze principali: il proscioglimento per non imputabilità e l'assoluzione perché il fatto non costituisce reato per aver agito senza dolo o per legittima difesa. Le ragazzine sono state affidate ai servizi sociali e resteranno nelle due comunità fuori regione in cui sono state collocate all'indomani del delitto.