Single irragiungibili

Fuggiamo dagli uomini in fuga!

Quella dei fuggitivi è una categoria di uomini che tutte hanno incontrato nella vita. Con annesse ferite (più o meno narcisistiche). Probabilmente imparare a riconoscerli ha molto più senso che porsi troppe domande sul loro comportamento. Prima che ci facciano male

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“La verità è che non gli piaci abbastanza” è il titolo di un romanzo best seller del 2005, scritto da due sceneggiatori della serie tv di culto “Sex and City”. Con ironia e leggerezza il libro smaschera le scuse che gli uomini raccontano alle donne per non proseguire una relazione. Dietro i suggerimenti lievi ma diretti, si profilano gli identikit di uomini e donne alla perenne ricerca di un amore con la A maiuscola. Con la differenza che i primi smettono di inseguire la preda, quando si accorgono che questa non corrisponde all'ideale di compagna perfetta, e le seconde interpretano i segnali di fuga da parte degli uomini come strategie per rendersi interessanti. Il leit motiv che accomuna entrambi i sessi è l'illusione, anche se cambia radicalmente il modo di viverla: gli uomini illudono e le donne si illudono.

A distanza di quasi 10 anni dall'uscita del manuale (da cui nel 2009 è stato tratto un film) vale la pena di riprenderne il messaggio di fondo per osservare un fenomeno in crescita negli ultimi anni: quello dell'uomo in fuga. Alzi la mano chi non lo ha mai incontrato almeno una volta nella vita. È quel tipo di personaggio che lancia un invito e poi, ad appuntamento fissato, sparisce senza dare traccia di sé. Si smaterializza quasi non fosse mai esistito. Con la stessa rapidità con cui ha fatto credere di essere pa(l)pabile (per un aperitivo, un weekend di sesso, una convivenza o anche semplicemente due chiacchiere o un semplice caffè) eccolo improvvisamente assorbito da misteriosi impegni e impenetrabili silenzi. Un nuovo personaggio pericoloso è entrato - ahinoi - (ma il più delle volte non entra) nella nostra vita. Riconoscerlo non è sempre facilissimo anche se la conclusione di un approccio con un vago "ci vediamo" dovrebbe tenerci in guardia che di altri incontri non se ne parla.

L'uomo in fuga è talmente radicato sul nostro pianeta che non solo forma una specie a se stante ma si suddivide in due categorie. Individuabili dal modo in cui si presenta alla sventurata di turno. C'è il modello "cogli l'attimo", quello cioè che alla prima titubanza di lei (siamo ancora al livello di base di organizzazione di una serata) sgattaiola via con un propositivo "Ti chiamo io". Poi più niente. Mai più sentito.

L'uomo in fuga numero 2 è invece il modello "ci penso io". Propone una serata a breve brevissimo termine. La single di turno consegna un numero di telefonino, si mostra disponibile, spende una fortuna dal parrucchiere e...invece niente. Roba da arrivare a pensare di aver scordato il proprio numero personale, di aver invertito una coppia di cifre, di essere vittima di un black out delle linee telefoniche mobili.

Ci si chiede, quindi: uomini dall'apparenza così concreta perché si volatilizzano? Perché sono maleducati, è la risposta immediata. Ma non è così semplice. Spesso si comportano così perché una percezione diversa dei rapporti interpersonali diversa dalle donne, hanno meno fretta di vedere come andrà a finire. E il più delle volte non stanno passando la serata con un'altra donna, ma con gli amici davanti alla Tv a guardare la partita di calcio. Cose impossibili - giustamente - da spiegare a una donna.

L'invito di quest'uomo (che nei fatti si materializza in una fuga) è la marcia indietro del corteggiamento, peggio il dietrofront della pre-corte, quel momento magico in cui una relazione è meno di una potenzialità anche solo mentale. Che fare allora? Tra fretta, stress, confusione sentimental-sessuale, demografia a nostro sfavore (meno uomini sul mercato), non resta che accettare l'accaduto come un piccolo incidente di percorso. Senza drammatizzare. Tanto quell'uomo non lo abbiamo neanche conosciuto...! Saremo più brave a riconoscere a colpo d'occhio gli eventuali altri uomini eterei.

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