"La sera del delitto io ero a casa mia a Perugia. Niente altro è sicuro". E' la nuova versione fornita da Raffaele Sollecito per cercare di ricostruire le ultime ore prima dell'omicidio di Meredith. Di fatto, Sollecito "scarica" Amanda Knox e cerca di separare la sua vicenda processuale da quella della ragazza americana. I suoi legali stanno cercando, infatti, di riaprire il caso una seconda volta.
Se la nuova tesi fosse accolta, verrebbe meno l'alibi di Amanda. Con il ricorso già depositato in Cassazione contro la sentenza per l'omicidio nell'appello bis celebrato a Firenze, i legali di Sollecito chiedono l'annullamento della condanna. Il giovane studente pugliese, condannato a 25 anni, si è infatti sempre proclamato estraneo all'omicidio della ragazza inglese, compiuto a Perugia nel 2007.
Nuova strategia - La nuova strategia della difesa di Sollecito, infatti, è cercare di differenziare le posizioni di Raffaele e di Amanda. "Sul coltello e sulla lama è stato trovato solo Dna di Amanda e non sono state repertare ed esaltate al luminol tracce miste Sollecito e Kercher all'interno della casa", scrivono i legali nel loro ricorso.