Per il pm Letizia Ruggeri l'indagine per trovare l'assassino di Yara Gambirasio è stata "faticosissima". "Nei primi mesi è stato un incubo, ma il Dna è stato il faro alla luce del quale proseguire le ricerche", ha detto il magistrato. Il procuratore di Bergamo, Francesco Dettori, ha invece definito "aride e stupide" le polemiche sui milioni di euro spesi durante le indagini. "Per trovare la verità sul caso di una ragazza di 13 anni - ha commentato - non si bada a spese".
Il procuratore: "Perché dare in pasto alla stampa una persona?" - "Non ci sono state contraddizioni nel percorso investigativo basato su una linea operativa strettamente scientifica, dall'individuazione della madre del presunto autore fino all'individuazione della persona che conoscete", ha sottolineato il procuratore di Bergamo. Tornando sulle polemiche per la diffusione della notizia del fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, Dettori ha detto che "era una persona che andava tutelata prima di un confronto con il gip. Perché dare in pasto alla stampa una persona che ha diritto di essere tutelata?".
Il pm: "Guerinoni è senza dubbio il padre del killer" - "Dopo i primi tre mesi da incubo, il ritrovamento del cadavere di Yara ha dato una svolta alle indagini", ha detto il pm Ruggeri. "E' stato di grande aiuto, come è noto i cadaveri danno informazioni e sapere che sugli slip è stato localizzato questo Dna. "Dopo aver riesumato il cadavere di Guerinoni - ha aggiunto - non abbiamo avuto più nessun dubbio sul fatto che fosse il padre del soggetto che stavamo cercando".
"E' partita un'indagine pazzesca per ritrovare la madre, anche pedinando e intercettando i Guerinoni", ha proseguito il pm titolare delle indagini sul caso Yara. "Attraverso un'indagine anagrafica, negli anni siamo arrivati alla madre Ester Arzuffi, che condivide nel Dna un allele molto raro e particolare. Una volta individuata la madre il percorso è stato in discesa".
Pm Ruggeri: non escludo giudizio immediato - Il pm di Bergamo Letizia Ruggeri non esclude di chiedere il giudizio immediato, senza quindi passare dall'udienza preliminare, per Bossetti. "Devo valutare come procede questa fase dell'indagine, ma non lo escludo", ha detto ricordando che "il puzzle è quasi completato ma l'indagine non è chiusa anche se l'ordinanza parla di pressanti esigenze cautelari".
Pm: anche se tra dieci anni ce l'avremmo fatta - "Ci avremmo impiegati anche dieci anni ma ce l'avremmo fatta. Non ci saremmo arresi", ha poi spiegato Letizia Ruggeri, a proposito delle difficoltà del caso Yara. Il pm ha anche fornito una cifra: le utenze telefoniche da verificare, nella fase iniziale dell'inchiesta, erano 120mila.
Il questore: "Abbiamo dato il nome a un marziano" - "Abbiamo dato il nome a un marziano, perché sembrava fosse stato un marziano a scendere e a prendere la piccola Yara". Il questore di Bergamo, Fortunato Finolli, in questo modo ha cercato di rendere la complessità dell'indagine che ha portato all'arresto di Massimo Giuseppe Bossetti.
Comandante dei Ros: "Apporto della scienza come mai in passato" - "C'è stato un apporto della scienza nelle indagini come forse mai in precedenza": lo ha detto Mario Parente, comandante del Ros, sulle indagini per la morte della 13enne di Brembate, aggiungendo che "è stato un lavoro enorme, una prova enorme di professionalità perché è stato difficilissimo isolare il Dna con un'operazione di assoluta avanguardia nel settore". "Non è vero che sono mancati fondi" per le indagini, ha poi aggiunto.