INCONTRO ALL'AJA

Recovery Fund, Conte: "Con Rutte divergenze su cui si può lavorare"

Sui vincoli per accedere alle risorse europee però le distanze sono ancora ampie. I Paesi "frugali" infatti vogliono diminuire le disponibilità a fondo perduto per aumentare quelle con condizioni

Si sposta sul tema delle condizioni e dei vincoli, la battaglia sul Recovery Fund. Giuseppe Conte lo mette in chiaro al termine di un confronto con il premier olandese Mark Rutte, a L'Aja. Il leader capofila dei Paesi "frugali", che si battono per ridurre la portata del fondo da 750 miliardi, chiede che le risorse siano strettamente condizionate a riforme economiche. Conte spiega: "Non c'è piena convergenza ma divergenze che possono essere superate".

Partita ancora aperta, Conte prudente Ma il presidente del Consiglio avverte: "Se infittissimo il fondo di condizionamenti", se lo "imbrigliassimo" in passaggi "burocratici", si rischierebbe di "rallentare la ripresa", rendere "inefficace" lo stanziamento". Ecco perché il premier, dopo una cena cordiale con l'omologo olandese e anche una foto stringendo insieme una bandiera italiana, si mostra ancora molto prudente.

La partita è difficilissima e si gioca nelle prossima settimana, in vista di un Consiglio europeo che sarà cruciale, anche se probabilmente non decisivo. Dopo che il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha confermato la proposta di 500 miliardi a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti, il governo italiano è ottimista che le risorse non vengano fortemente ridimensionate.

Il nodo sui vincoli Ma sui vincoli per accedervi le divergenze sono ancora ampie. Vincolare i fondi alle riforme economiche, perché in passato "abbiamo già sentito promesse": è questa la richiesta di Rutte. L'atmosfera è distesa: un colloquio di venti minuti e poi una passeggiata nel centro de L'Aja tra grandi sorrisi per andare a cena nel ristorante italiano "Impero romano", con condivisione di tiramisù finale.

Paesi "frugali" voglio ridurre le risorse a fondo perduto Ma l'olandese si batte con Austria, Svezia e Danimarca per ridimensionare la proposta di Recovery plan. Non solo l'obiettivo dei "frugali" è ridurre le risorse a fondo perduto, ma anche - e soprattutto - vincolare i fondi a precisi impegni sulle riforme. E lasciare che siano i governi a controllare, come proposto dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel che ha chiesto che siano i 27 capi di Stato e di governo ad esprimersi a maggioranza qualificata su una valutazione della commissione europea per gli stanziamenti.

Non solo un piano dettagliato, con impegni precisi, ma anche il severo giudizio dei partner europei, che avrebbero una sorta di potere di veto. E' quello che il governo italiano cercherà di evitare, per non dover vincolare i 170 miliardi che potrebbero arrivare dall'Ue a condizionalita' che rischiano di essere impegnative come quelle del tanto vituperato Mes. Sul tavolo c'è anche la proposta di quadro finanziario pluriennale dell'Ue che non soddisfa ancora l'Italia e che contiene il meccanismo dei "rebates" (sconti) caro anche all'Olanda.

Tavolo sempre più difficile per l'ItaliaRoma non avrebbe ancora minacciato veti come leva per arrivare a una soluzione sul Recovery Fund. Ma i tavoli si intrecceranno. Che non tiri un vento propizio per l'Italia dal Mare del Nord lo fa capire Geert Wilders, che accoglie Conte davanti a Binnenhof, sede del governo olandese, con un cartello con la scritta: "Non un centesimo all'Italia". Poi vede un microfono della Rai e sorride: "Salutatemi Matteo". Wilders era ospite della piazza sovranista di Salvini alle elezioni europee. Sarebbe ora, attacca il Pd con Filippo Sensi ed Emanuele Fiano, che i sovranisti di casa nostra prendessero le distanze dai nostri alleati.

Rutte è su posizioni ben più dialoganti, ma anche lui convinto che l'Italia debba "farcela da sola". Il governo lo sta facendo, ribatte Conte, e presenterà a settembre il suo Recovery plan. "Anche i Paesi frugali sono nostri amici", assicura il premier che incassa da Rutte l'impegno a non temporeggiare e permettere che una decisione venga presa entro agosto. Ma al Consiglio europeo la battaglia si annuncia assai dura.

Gli altri appuntamenti di Conte con Merkel e Macron "Noi in Europa non chiediamo fondi per essere aiutati come Italia. Per ripartire noi, per ripartire insieme all'Europa", dichiara il presidente del Consiglio. Che la prossima settimana vedrà Angela Merkel a Berlino e poi Emmanuel Macron a cena a Bruxelles, la sera prima del vertice europeo. Risentirà anche Rutte, spiega. Perché qui si gioca tutto: l'occasione della ripresa e di permettere al governo di navigare in acque un po' meno agitate e di vivere con meno ansia anche l'appuntamento con la decisione sul Mes.