È divisa in 4 fasi. La prima è quella d'attacco: per una settimana ci si nutre solo di proteine pure. A tavola quindi si può portare: tutti i tipi di carne, sia bianca che rossa, pesce, crostacei, bresaola e yogurt da abbinare tra loro a piacere e nelle quantità che riescono a saziare. Ai menu proteico va aggiunto sempre un cucchiaio e mezzo di crusca d'avena, che favorisce la sazietà e apporta le fibre.
Come bevanda è prevista l'acqua iposodica (almeno 1 litro e mezzo), tisane, tè e caffè. La settimana successiva si passa alla seconda fase, che prevede un menu più ricco, perché, oltre alle proteine, si può mangiare la verdura, sia cotta che cruda, ad eccezione di carciofi, patate e mais. Le prime due settimane sono caratterizzate da un'assunzione altamente proteica, che fa diminuire le riserve di grasso e soprattutto fa eliminare moltissima acqua. Così si perde tanto peso in breve tempo. Attenzione, però: chi decide di seguire questa “scorciatoia” dev'essere in buono stato di salute, con tanto di analisi mediche in mano.
Dopo due settimane di dieta, i chili in eccesso saranno spariti. A questo punto scatta la terza fase, quella del consolidamento, che ha una durata variabile: dipende dai chili persi. Per calcolarla bisogna considerare 10 giorni per ogni chilo eliminato (per esempio, se si son persi 3 chili due, i giorni saranno 30). In questi fase si può mangiare frutta, pane integrale e formaggio stagionato. Anche la pasta, i legumi, il riso e le patate sono permessi, ma solo due volte alla settimana. Ci si può concedere persino due pasti liberi. L'importante è che per un giorno alla settimana si assuma solo proteine pure, proprio come nella fase d'attacco.
A questo punto la dieta è finita: l'ultima fase, infatti, dura tutta la vita e decreta il ritorno all'alimentazione abituale. Per consolidare i risultati raggiunti (ed evitare l'effetto yo-yo) Pierre Dukan consiglia di non perdere tre abitudini acquisite durante il programma dimagrante: mai più senza crusca d'avena, un giorno a settimana solo proteine pure e tutti i giorni almeno 30 minuti di camminata.
Critiche - È una dieta estremamente iperproteica che nelle prime fasi demonizza ogni forma di carboidrato. Inoltre è punitiva perché spinge ad autolimitarsi sui tipi di cibi da assumere, con tanto di senso di colpa, qualora si sgarri. Per questo motivo, la dieta Dukan diventa di fatto ipocalorica, pur non limitando le quantità dei cibi permessi (almeno in teoria).
Vantaggi - L'unico vantaggio di questa dieta (sbilanciata) riguarda l'”obbligo” di assumere ogni giorno una certa quantità di crusca di avena, per compensare la scarsità di fibre introdotta (nella prima fase, frutta e verdura sono vietate).
Svantaggi - Muscoli tonici? Un'illusione iniziale - Pur essendo una dieta iperproteica, questa dieta “svuota” i muscoli proprio a causa della sua rigidità schematica (ipocaloricità unita ad iperproteicità). Se nelle prime fasi, la dieta Dukan asciuga il corpo dando l'impressione di tonificare i muscoli, questo meccanismo dura finché l'organismo, privato a lungo dei componenti essenziali (carboidrati e fibre), mette in atto un meccanismo per sopravvivere, cioè si nutre di se stesso, facendo perdere consistenza ai muscoli. Dunque il vantaggio di perdere chili in fretta è solo apparente: all'inizio la perdita è di acqua e massa grassa, ma con il passare del tempo è muscolare.
Poca frutta e verdura mal si conciliano con le indicazioni salutistiche mondiali antitumorali.
Ad un primo promettente inizio, segue una fase di rallentamento metabolico e di possibile stanchezza, con una documentazione statistica, documentata per tutte le diete ipocaloriche, del recupero del peso perso nel 90-95% dei casi.
Incentivare l'uso di dolcificanti artificiali e di cibi sgrassati (yogurt 0% grassi ad esempio) rientra tra i meccanismi di "inganno" dell'organismo che possono generare fame e recupero del peso nei tempi successivi.