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Aldo, Giovanni e Giacomo sono "Il ricco, il povero e il maggiordomo"

Il trio comico presenta a Milano il nuovo film di Natale che arriverà nelle sale l'11 dicembre con Francesca Neri

Giacomo è un broker, Giovanni è il suo maggiordomo e Aldo il povero. Ecco servito il nuovo film di Natale di Aldo, Giovanni e Giacomo "Il ricco, il povero e il maggiordomo". Il trio comico presenta a Milano la pellicola che uscirà l'11 dicembre per Medusa. "E' un film più rosa (per la presenza di donne) e più verde (per l'attenzione all'ambiente) del solito", assicurano. Nel cast anche Francesca Neri.

Il trio ne è protagonista (oltre ad aver firmato la regia insieme a Morgan Bertacca) con la città di Milano: sono 65, infatti, le location cittadine coinvolte, in centro e in periferia. "Più rosa perché sono di più le interpreti femminili - spiega Giacomo - abbiamo deciso di cambiare rispetto a 'La leggenda di Al John e Jack', lì avevamo coinvolto soltanto una donna di ottanta anni. Stavolta abbiamo deciso di cambiare e di dare loro più spazio".

Oltre alla Neri nel ruolo di dirigente di banca, figurano nel cast Giuliana Lojodice, Sara D'Amario, Rosalia Porcaro e l'attrice spagnola Guadalupe Lancho. Più verde perché si tratta del secondo film prodotto in Italia, dopo "Il Capitale Umano" di Paolo Virzì, secondo il protocollo per la sostenibilità ambientale di Edison Green Movie: abbattimento dei consumi energetici, corretto smaltimento dei rifiuti, riduzione di materiali inquinanti.

"I ruoli ci si sono praticamente buttati addosso. Perché è inutile - scherza il trio - Aldo non poteva far altro che quello: ha la faccia da povero". Anche se nella trama Giacomo è ricchissimo, con villa meravigliosa, mentre Aldo è un semplice ambulante senza niente, il trio respinge interpretazioni che vogliano leggervi troppi riferimenti all'attualità: la crisi e la forbice tra ricchi e poveri.

"Certamente quando stiamo lavorando ai personaggi di un film siamo suggestionati dalla realtà che ci circonda - spiega Giovanni - ma non volevamo farlo in maniera diretta. Certo ci interessava dipingere l'arroganza di alcune persone ricche e le difficoltà che hanno dovuto subire a causa loro altre più povere. Io comunque volevo chiamarlo 'Il ricco, il povero e l'esodato' ma in realtà l'esodato non volevo proprio interpretarlo".

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