Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha trovato l'accordo e i Paesi aderenti hanno votato la nuova risoluzione Onu sull'Iraq all'unanimità, senza discussione e per alzata di mano. Il ministro degli Esteri Frattini ha commentato: "Adesso gli iracheni possono veramente festeggiare".
Il futuro iracheno dal 30 giugno 2004 al gennaio 2006, dopo un anno di guerra che ha portato alla deposizione e all'arresto del ex presidente Saddam Hussein, si delinea quindi nella risoluzione 1546, messa a punto da Usa e Gran Bretagna, e approvata dopo il raggiungimento di un compromesso.
Con questa vittoria in tasca il presidente americano George W. Bush apre il vertice del G8, gli otto Paesi più industrializzati del mondo, a Sea Island. La risoluzione "e' un momento importante" che puo' costituire "un catalizzatore per il cambiamento" per l'intero Medio Oriente, ha detto Bush accogliendo gli ospiti del G8, ma sottolineando come ci fosse chi diceva "che non ce l'avremmo mai fatta".
La nuova risoluzione, approvata alla quinta bozza, prevede la presenza di una forza multinazionale di 160 mila uomini, che resterà sotto il comando americano e che avrà un'ampia cooperazione con il governo iracheno che non avrà un potere esplicito di veto a Baghdad sulle questioni militari.
La Francia ha approvato il testo senza essere pienamente soddisfatta, ma ha deciso per il voto a favore "per trovare in modo costruttivo una via d'uscita politica da questa tragedia". L'ambasciatore tedesco all'Onu, Gunter Pleuger, ha riconosciuto che Usa e Gran Bretagna hanno avuto stavolta "grande flessibilità e accolto molte delle proposte che provenivano dall'approccio creativo e costruttivo di Francia e Germania". Anche l'Algeria, unico membro arabo in consiglio, ha offerto il proprio appoggio, anche se avrebbe voluto un piu' chiaro potere di veto iracheno sul piano militare. L'Italia, con il ministro degli Esteri Franco Frattini, ha espresso "viva soddisfazione" per il traguardo. "Il popolo iracheno - ha detto Frattini - puo' festeggiare per questo momento. La risoluzione recepisce in pieno i principi che l'Italia ha considerato essenziali per contribuire alla nuova fase della stabilizzazione dell'Iraq: effettivo trasferimento di poteri agli iracheni, ruolo centrale dell'Onu nella transizione politica, trasparenza nel rapporto tra Governo iracheno e forza multinazionale".
Al governo ad interim dell'Iraq viene riconosciuta la "piena sovranita"' fin da quando il 30 giugno assumerà i poteri dagli americani. Da quel giorno, in teoria, il nuovo esecutivo in base alla risoluzione potrebbe anche chiedere alle forze straniere di andarsene. Anche se il ministro degli Esteri iracheno Hoshyar Zebari, spiega che non lo farà perché potrebbe avere conseguenze catastrofiche come un vuoto col rischio che torni un Saddam junior. La forza multinazionale, secondo la risoluzione, lascerà il Paese invece alla fine del processo politico che prenderà il via ora sotto l'egida dell'Onu e prevede l'elezione entro il 31 gennaio 2005 di un'Assemblea nazionale di transizione, che formerà un governo a sua volta di transizione e redigera' la Costituzione. Entro il 31 dicembre 2005 il primo governo eletto su base costituzionale prenderà il potere e dal primo gennaio 2006 la MNF non sarà piu' legittimata a restare, se nel frattempo non avrà già ricevuto la richiesta di andarsene dal governo di Baghdad.
Con questo accordo l'Onu ritrova l'unità dopo un periodo difficile, cominciato alla fine del 2002 e culminato nella guerra, caratterizzato da una grande divisione all'interno del consiglio di sicurezza.